2017-12-04

COLLABORAZIONE: "Vita di paese" di Maria Caterina Basile

Recensione-Collaborazione
"VITA DI PAESE" di MARIA CATERINA BASILE
 
Ciao miei adorati lettori e bentornati nel mio blog!
Ci avviciniamo sempre più a Natale, ormai il conto alla rovescia è stato inserito...
Prima di immergermi ufficialmente nelle mie adorate letture natalizie, ho voluto concedermi di volare fino in Salento, in compagnia di un uomo di spessore e con cui discutere dei dilemmi esistenziali che affliggono ognuno di noi...e questa fantastica opportunità mi è stata data da Maria Caterina Basile, scrittrice di un libro edito dalla NullaDie Edizioni, che, affascinata dal mio angolo di paradiso che è Lamiavitasonoilibri, ha deciso di contattarmi per poter avere una recensione del suo manoscritto proprio da me!
Un grazie di cuore, dunque, alla scrittrice, che mi ha permesso di scoprire un capolavoro della letteratura italiana ultra contemporanea.
Oggi, quindi, sono qui per parlarvi della mia ultima lettura, un romanzo che narra di una vita, di una patria, di un mondo esteriore ed interiore: "Vita di paese" di Maria Caterina Basile.
 
LA COPERTINA

 
 
La copertina è molto particolare.
Il titolo richiama ciò che il protagonista, Damiano Pellegrino, ama e teme, rincorre e fugge da sempre: la vita di paese, in quella località marina situata nel Salento, Miraggio.
Ed è proprio ciò che questa rappresenta per l'uomo, un miraggio, prospettiva tanto allettante quanto ingannevole.
Quel paesino di mare non è solo un luogo, per Damiano simboleggia il passato e quella terra che l'ha visto nascere, compiere i primi passi e le prime marachelle, fino a divenire adolescente e a commettere alcuni sbagli dei quali si pentirà per il resto della sua esistenza e sono proprio questi all'età di appena diciotto anni a farlo emigrare, raggiungendo la Svizzera. Anche a miglia di distanza la sua patria non lo abbandona, costringendolo ad una lunga serie di giornate monotone e grigie, fino a che la stessa lo indirizzerà verso un nuovo inizio, la vita di paese, ancora lì pronta a riaccoglierlo a braccia aperte e a cullarlo tra le onde del suo mare.
La copertina ritrae il protagonista, con un bicchiere di vino in mano e, sbiadito, in netto secondo piano, il mare della sua terra natia.
La raffigurazione è cupa, triste e monocromatica, in quanto essa si puo' ritenere lo specchio dell'anima di Damiano, solamente le onde e gli scogli a malapena visibili donano speranza, la stessa che il lettore è chiamato a riporre nell'uomo in questione, per far si che egli raggiunga la catarsi...
Curiosi di conoscere l'anima di un trentacinquenne alle prese con la sua vita ormai priva di colori e significato e di aiutarlo in questa sua importante impresa? Non vi resta che acquistare "Vita di paese" e immergervi nelle sue pagine!
 
LA TRAMA
È possibile fare ritorno in una terra-miraggio, rimasta nell'attesa di un futuro che pare non compiersi mai e trovare finalmente se stessi? Damiano Pellegrino, trentacinquenne simbolo di una generazione in viaggio, ci prova, affrontando e vincendo una difficile sfida.
 
IL LIBRO
Titolo: "Vita di paese"
Autrice: Maria Caterina Basile
Pagine: 74
Prezzo: 10.00€, cartaceo
Genere: fiction
Scrittura: semplicemente sublime.
"Vita di paese", come d'altronde la sua scrittura, rappresentano per me una serendipità, ovvero una felice scoperta fatta per puro caso grazie alla scrittrice che quel giorno fortunato decise di contattarmi, parlandomi di questo suo manoscritto.
Maria Caterina Basile scrive di tutti noi, delle nostre anime, delle nostre afflizioni, delle nostre paure e gioie e lo fa attraverso una scrittura semplice, ma mai scontata, fresca e contemporanea.
Gli argomenti affrontati nel corso della vicenda sono molteplici, ognuno dei quali trattati in più maniere ed intervalli di tempo, ogni qualvolta la scrittrice si ritrova a parlare nuovamente di un argomento lo fa in modo diverso dal precedente, offrendo così al lettore svariati punti di vista e conferendo al protagonista spessore e margine di crescita.
Maria Caterina Basile narra, attraverso la voce di un uomo di trentacinque anni, non solo della vita di paese caratteristica dell'Italia meridionale, ma anche di come si arriva a vedere la vita raggiunta una determinata età e ci riesce alla perfezione, dando occasione anche ai lettori con anni diversi da quelli del protagonista di comprendere e analizzare la propria vita, che certamente non sarà la medesima di Damiano, ma che potrebbe eguagliarla in futuro.
 
LA RECENSIONE
"Vita di paese" è dedicato a tutti coloro che provengono da un paesino e se ne sono allontanati perché timorosi di venir schiacciati da esso, ma che in cuor loro desiderano farvi ritorno, se solo trovassero qualcosa che li spingesse a compiere il piccolo grande passo, quello decisivo.
Questo libro è consigliato a chi ha condotto o conduce una vita di paese e desidera trovare conforto e comprensione attraverso le pagine di un manoscritto.
"Vita di paese" è dedicato a tutti coloro che sono in viaggio per raggiungere finalmente la catarsi.
Questo manoscritto è consigliato a chi, ogni giorno, combatte coi propri demoni e ambisce a sconfiggerli o a divenirne amico.
"Vita di paese" è dedicato a tutti coloro che si sentono diversi, fuori posto, esattamente come il protagonista e che in sua compagnia comprenderanno che in realtà siamo tutti uguali e quindi accomunati dalla stesse afflizioni e gioie.
 
"Vita di paese" è ambientato nell'Italia meridionale, più precisamente nel Salento, nella località di mare di Miraggio.
Il protagonista è Damiano Pellegrino, un uomo di trentacinque anni, che si trova all'incrocio tra due strade: la prima, rappresentata dall'abbandono all'oblio e la seconda, dalla catarsi, dalla salvezza, dal ritorno a ciò che da sempre risiede nella sua anima, la sua terra natia, la Puglia.
 
<<Un giorno ci crediamo perfetti, un altro falliti.
Nel frattempo, dimentichiamo di rassomigliare gli uni agli altri.
Fiducia. Devo avere fiducia nei miei simili, ricordare che hanno i miei identici timori.
Devo mettere da parte l'odio che la paura genera.
La vita soffia, sbuffa, sospira.>>
Damiano è smarrito, come ognuno di noi anch'egli possiede un passato, che però non gli permette di vivere davvero, costringendolo a trascinarsi dietro i catenacci dei suoi numerosi rimpianti, non permettendogli di scegliersi l'esistenza che più ritiene degna per se stesso.
Quegli stessi limiti sono macigni sulle spalle, non gli danno modo di conoscere davvero se stesso. Damiano si trova alla deriva e nemmeno i tramonti che tanto adora ammirare gli recano brevi attimi di felicità. Solo il ricordo della sua patria lo fa sentire nelle vicinanze di un porto sicuro. La luce del faro è all'orizzonte, ma le strade per raggiungere il suo adorato e calmo mare sono infinite ed egli dovrà percorrerle tutte, una ad una.
 
<<Mi viene in mente che ne abbiamo passate davvero tante, ognuno di noi.
E mi viene in mente che tutti soffriamo, in un modo o nell'altro, le stesse paure, angosce, dolori: ciò che cambia è il modo in cui li esprimiamo.
Eppure siamo tutti accomunati dall'essere... vivi, appunto. E dall'inquietudine di non esserlo più da un giorno all'altro, di non essere più visibili, appunto.
Ci sentiamo in bilico.>>
Damiano riflette spesso su quanto l'umanità sia una sola massa compatta, caratterizzata però da qualche divergenza.
Per il protagonista vita è sinonimo di passato, vive ancora intrappolato nei ricordi di un'adolescenza non esattamente sinonimo di beatitudine e spensieratezza.
Il suo attaccamento a questa fase esistenziale è data dal fatto che è proprio qui che risiede l'uomo che è diventato e che crede di essere divenuto.
Prima del raggiungimento dei diciott'anni la sua vita aveva un ordine sommario e aveva tante di quelle illusioni da far invidia al sognatore più accanito. Poi, inesorabile, è giunta la tempesta alla quale non ha saputo trovare riparo, le illusioni sono svanite una ad una.
La sua anima ora è così pesante e carica di dolore da non riuscire più a emettere un sospiro. La tristezza, la sua.
Damiano vede i suoi giorni scorrergli davanti agli occhi ormai spenti, nella speranza che qualcosa muti o faccia ritorno, ma deve agire prima...niente tornerà come prima, semmai potrà essere migliore, se solo lui decidesse di seguire il suo cuore.
Un piccolo passo Damiano lo compie, torna nella terra natia, diciassette anni dopo esserne fuggito, solo in questo modo potrà sconfiggere l'ombra di chi era e di chi avrebbe voluto essere ma che non sarà mai e divenire finalmente l'uomo che è destinato ad essere.
 
Ed è così che Damiano decide di agire, partendo da dove tutto ha avuto inizio.
Egli deve abbandonare il passato, smettere di sognare il futuro ed essere come le onde che eternamente si infrangono sugli scogli.
L'inizio di un viaggio oltremare che porterà al raggiungimento della meta tanto ambita, rappresentata dall'accettazione del proprio io e dalla catarsi...
<<Dovevo smettere di pensare, smettere di aspettare che qualcuno bussasse alla porta della mia mente. Smettere di torturarmi e lasciarmi vivere. Smettere di camminare tra la folla fingendo di essere invisibile.
Era tempo di lasciare impronte sul terreno, una traccia tangibile del mio passaggio che mi facesse sentire vivo.>>
 
La vita di quel paese-miraggio sarà la mappa che guiderà Damiano e ogni lettore alla pace interiore e alla consapevolezza.
 
LA MIA OPINIONE
"Vita di paese" nella sua brevità di narrazione contiene un piccolo grande infinito.
Maria Caterina Basile è riuscita a raccontare esattamente quello che desiderava narrare attraverso 74 pagine, né troppe poche e nemmeno troppo numerose. Il numero perfetto, è proprio questo breve attimo eterno di storia a caratterizzare il romanzo e a lasciare poi la libertà a ciascun lettore di interpretare a suo modo ciò che ha letto e a farne tesoro come meglio crede.
Questo manoscritto si può quindi definire una sorta di guida alla vita, che permette di auto indirizzarsi verso la propria via, perché essa non si vede, ma è proprio lì ed è questo il compito della scrittrice, aprire gli occhi e il cuore a chiunque legga le sue parole.
 
Nel corso della narrazione ho sottolineato diverse frasi, assegnandogli un'importanza e un'interpretazione estremamente personale.
Il protagonista ha trentacinque anni e una vita alle spalle, io solamente diciotto e una vita ancora da inaugurare, questa diversità ha rappresentato un limite ed un'agevolazione al tempo stesso.
La mia età ancora acerba mi ha permesso di cominciare a comprendere prima del dovuto e al tempo stesso mi ha limitata durante la lettura, poiché alcuni argomenti non ho potuto interpretarli a mio modo, non avendo ancora vissuto molte delle cose che invece Damiano è stato chiamato ad affrontare.
Questa sorta di impossibilità ha conferito al manoscritto ancora più fascino, una bellezza misteriosa e da scoprire passo dopo passo, avanti negli anni.
"Vita di paese" è quel libro che se riletto più e più volte può portare al conferimento di nuovi volti e dimensioni.
Il manoscritto è quindi liberamente interpretabile, per la penna che l'ha scritto e il protagonista della vicenda assume un certo significato e per tutti i lettori altri ancora.
Non vi sarà mai un'interpretazione universale ed è proprio questo a rendere "Vita di paese" un libro con la L maiuscola, uno di quei manoscritti di cui non ci si potrà mai stancare e che si porterà sempre nel cuore.
 
"Vita di paese" racchiude, attraverso qualche strana e magnifica magia, un mondo, il nostro e ognuna delle nostre vite.
Maria Caterina Basile ha quindi creato un capolavoro difficilmente descrivibile oggettivamente.
 
Ho adorato ogni singola pagina e prova che il protagonista si trova ad affrontare durante la narrazione e lo ringrazio per avermi insegnato cosa significa combattere per vivere davvero.
 
Un grazie di cuore a Maria Caterina Basile, per avermi regalato la vita, la vita di un paese, quello rappresentato dai libri e dal loro incredibile potere di influenzare l'esistenza di chi li legge.
Così come Damiano, anche io ho raggiunto la catarsi interiore e solamente grazie alle parole di una scrittrice degna di nota e con un talento meraviglioso, quello di far sentire vivo il lettore.
Se esistono solo brevi attimi di felicità, Maria Caterina Basile me ne ha regalato uno immenso ed eterno, nel quale avrò modo di vivere ogni qualvolta che aprirò le pagine de "Vita di paese".
 
IL MIO GIUDIZIO
 
Quattro stelle e mezza perché sono consapevole che, magari, rileggendolo all'età di trentacinque anni, la stessa età del protagonista del libro e della scrittrice quando lo scrisse, capirò a pieno l'incredibile capolavoro che è "Vita di paese".
 
La recensione è giunta al termine.
Vi invito a condividerla dovunque e con chiunque vogliate.
Non dimenticate di iscrivervi come lettori fissi de Lamiavitasonoilibri.
Alla prossima recensione! (:
 

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