2022-02-03

"IL MIO ULTIMO ANNO A NEW YORK" di ANNALISA MENIN&SUSANNA DE CIECHI

Bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri! (:

E' scientificamente provato.
Dopo la chiusura di una storia importante si vive un momento di transizione, quel passo sospeso necessario per inciampare verso la successiva grande storia d'amore.
Mentre si sceglie dove poggiare il piede, rimasto a mezz'aria, ci si immagina invaghite di un perfetto Principe Azzurro e la pelle si accappona al solo pensiero delle emozioni future, del tempo condiviso in compagnia, di quella scintilla così potente che promette i fuochi d'artificio...ma nemmeno nelle favole succede tutto immediatamente e, soprattuto, così facilmente.
Bisogna dunque trovare qualcuno di passaggio, che aiuti il cuore malconcio a battere nuovamente, prima di innamorarsi ancora: il Traghettatore.
Una volta scelto il gondoliere si poggia il piede sulla barchetta di carta, ma cosa ci si è lasciato indietro, nella sponda appena abbandonata?

LA COPERTINA



C'era una volta in America...il mondo, quello di Annalisa.
Lei e Marco si tenevano sempre per mano, fino al giorno in cui quella di lui divenne troppo debole, pallida e fredda per continuare a stringerne una calda e piena di vita, quella che lui non avrebbe più avuto.

LA TRAMA
Anna, vent'anni, parte da Venezia per New York con in tasca il lasciapassare di uno stage da Valentino.
Il suo trolley è pieno di sogni e Anna, sottile fuori e d'acciaio dentro, prende la rincorsa nel lavoro e nella vita.
Incontra Marco, italiano e migrante 2.0, che non la vuole, ma lei riuscirà a conquistarlo.
Il futuro è pieno di promesse, il sogno americano sta per diventare realtà e forse è il momento di pensare a un bambino quando tutto cambia.
Anna è di nuovo sola a New York.

IL LIBRO
Titolo: Il mio ultimo anno a New York
Autrice: Annalisa Menin
Ghost writer: Susanna De Ciechi
Pagine: 307
Edizione cartacea: €17,68
Edizione digitale: €8,06
Genere: romanzo di una vita
Scrittura: un po' come quando ci si siede su una panchina di fronte al mare e ogni onda trascina sulla riva un ricordo, che la schiuma cancella immediatamente...ma ormai i pensieri sono lontani, immersi in un oceano di momenti incancellabili.

LA RECENSIONE
"Il mio ultimo anno a New York" è la mano di Marco, tesa verso il mondo e che, con un dito, tiene il segno sulle pagine preferite del libro che è stato la sua folle storia d'amore con Annalisa.

E' tutta una questione di attimi, si riduce sempre tutto ad un secondo decisivo.
Per Marco è stato il tempo che si impiega a pronunciare, in qualsiasi lingua, la parola nefroblastoma.
Per Annalisa è quella frazione temporale che precede il Manhattanhenge, il momento in cui il punto di tramonto del sole è parallelo alla Quarantaduesima, slargandosi a ventaglio su molte delle strade di Manhattan.
La palla infuocata sta calando sulla linea dell'orizzonte, uno spettacolo che apre il suo sipario a New York solamente due volte l'anno e a cui assiste l'intera popolazione della città che non dorme mai, disposta a fermare la frenesia per quel breve attimo.
Una donna dai capelli biondi, che catturano gli ultimi raggi di luce, abbraccia da dietro il proprio bambino e si china a baciargli il capo sotto lo sguardo attento di Anna, per nulla interessata ad uno dei tramonti più belli della sua vita, bensì alla visione del sogno tramontato insieme a Marco, quello di dare alla luce la loro creatura.

Le lancette dell'immancabile orologio da polso che scandisce i morsi di una Big Apple maestosa e sufficiente a saziare l'appetito di milioni di persone, tranne quello di Annalisa, si sono fermate.
New York non concederà una seconda occasione questa volta, per lo meno non a Marco...

E' come se qualcuno avesse in mano un telecomando e avesse schiacciato dapprima il tasto fast forward, avvolgendo velocissimo il nastro dell'esistenza di Marco fino alla fine, per premere successivamente play e scoprire che, ad essere rimasto in gioco, è solamente Anna e dunque mettere in pausa, affinché lei possa capire dove e come ripartire.
Nel mentre, però?
Un amore merita di essere raccontato, specie se nettamente superiore a quello narrato nelle fiabe e, ormai da qualche tempo, Marco sta conoscendo tantissime persone e continua a vivere nella memoria dei propri cari e di chi lo legge.

NEL LIBRO



Io e Anna ci tenevamo sempre per mano.
Un giorno eravamo seduti su una panchina del lungomare, io l'abbracciavo e lei teneva il capo abbandonato nell'incavo della mia spalla.
"Noi staremo sempre insieme" disse seria.




LA MIA OPINIONE
Come si può recensire, commentare e dare un voto a un libro che contiene la storia di due persone realmente esistite, una di queste ancora in vita e che fa di tutto per rendere la sua esistenza degna di essere vissuta, seppur non stringendo la mano della persona con la quale aveva scelto di condividerla?

Rivolgo un semplice grazie alla forza disumana di Annalisa Menin, che ha imprigionato il suo Amore Grande Grande tra le pagine di un libro da dare in pasto alla gente, a chi come lei non si accontenta di mordere una mela gigante.

Senza nemmeno accorgermene, lette le prime pagine di "Azzurro", ho dovuto sfilare gli occhiali per asciugarmi gli occhi e guardare su, sorridendo a Marco, con le lacrime che sgorgavano sincere.

Marco Falcioni, è stato un piacere conoscerti.




Alla prossima recensione!

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