2016-10-05

Recensione: "MI CHIAMO CHUCK" di AARON KARO

"MI CHIAMO CHUCK"
di AARON KARO
 
 
Ciao miei adorati readers e bentornati nel mio blog!
Oggi vi parlerò della mia ultima lettura, un romanzo divertente e dissacrante, scritto dal formidabile Aaron Karo: "Mi chiamo Chuck".
 
LA COPERTINA
 
 
 
La copertina è vivace, allegra e molto moderna.
Il titolo rappresenta a pieno l'intera vicenda che vede come protagonista Chuck, un adolescente di diciassette anni, affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo diagnosticatogli da Wikipedia e, successivamente, da una psicologa.
L'immagine di copertina raffigura una sorta di post-it, usati dal protagonista per ogni cosa, in cui Chuck si presenta in modo coinciso e ironico, spingendo il lettore ad aprire il libro per saperne di più e un paio di Converse rosse, modello Chuck Taylor, la scarpe da ginnastica con il quale tutto avrà inizio.
 
LA TRAMA
 
"Ho diciassette anni e, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo".
Chuck Taylor ha mille paranoie.
Si lava le mani continuamente, controlla ossessivamente le manopole dei fornelli e il terrore dei germi condiziona le sue relazioni sociali, di fatto quasi inesistenti se si esclude Steve, goffo amico del cuore e bersaglio delle angherie dei bulli della scuola. 
Chuck ha anche una sorella, Beth, che lo ignora al punto da negargli persino l'amicizia su Facebook.
La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé.
E poi ci sono le Converse All-Star: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo.
Converse rosse = arrabbiato, Converse gialle = nervoso, e così di seguito...
I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una strizzacervelli.
Ma è l'arrivo di una nuova compagna di classe a cambiare radicalmente la vita di Chuck e ad aggiungere un nuovo colore alla sua collezione di Converse.
 
Impossibile non ridere con questo esilarante racconto in prima persona di Chuck, uno dei più divertenti e struggenti personaggi della narrativa contemporanea.
 
LA RECENSIONE
 
Questo libro è consigliato a chi, come Chuck, è alle prese con l'adolescenza e con tutto ciò che essa comporta, disturbo ossessivo-compulsivo a parte o compreso;
A chi desidera rivivere l'adolescenza e le sue infinite conseguenze, attraverso un racconto ricco di ogni emozione;
A chi desidera leggere di un racconto adolescenziale ironico, tagliente e mai banale, scritto dal brillante Karo  e narrato in prima persona da un dolcissimo e particolare protagonista ossessivo-compulsivo;
E a chi desidera saperne di più sulla mania delle Converse di Chuck.
 
"Mi chiamo Chuck" è ambientato a Plainville e a West Lake.
Il protagonista è Charles Taylor, chiamato da tutti Chuck.
Chuck è un ragazzo di diciassette anni, alle prese con quella fase della vita chiamata adolescenza, perché "sono confuso, odio tutti e tutto, non rivolgetemi la parola fino a nuovo ordine e, per la cronaca, nel caso interessasse a qualcuno, la mia vita è uno schifo" era troppo lungo, e come se questo non fosse già abbastanza, il protagonista si trova a dover vivere succube di alcune semplici abitudini che, ben presto, prenderanno il comando del suo sistema nervoso, sfociando in vere e proprie ossessioni, compulsioni e manie.
Chuck è un normalissimo diciassettenne, se non fosse che: - a scuola è invisibile, a tal punto che nemmeno i bulli lo ritengono degno di attenzioni, in quanto screditarlo non servirebbe a nulla, considerato che è uno sfigato già di per sé; - ha solo due amici, Steve e Ghana; - la sua vita è scandita da ossessioni, che lo portarono ad una ricerca su Internet, ad un articolo su Wikipedia e ad una teoria costituita da parole che decretano la sua vera essenza: soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo.
 
La vicenda si apre con la presentazione delle ossessioni di Chuck, che lui preferisce chiamare routine: il protagonista si reca in bagno per fare la pipì e successivamente controlla  le manopole e le piastre elettriche del piano cottura della cucina centinaia di volte, in senso orario e meticolosamente prima di andare a letto; una volta coricatosi, i suoi pensieri corrono alle azioni appena descritte, che Chuck sente il bisogno di compiere e ripetere ossessivamente prima di essere completamente e mentalmente sicuro di non avere nemmeno una goccia di urina  dentro di sé e di non saltare in aria o morire asfissiato a causa del gas dei fornelli.
Il protagonista, dato il suo nome, indossa solo Converse All-Star modello Chuck Taylor a tinta unita, trovando il fatto divertente e ironico, ne ha a centinaia e ad ogni colore coincide uno stato d'animo.
Chuck è invaso dagli elenchi e dai conteggi tramite pile e pile di post-it nonostante detesti la matematica.
Il protagonista è ossessionato dall'acqua, dal sapone, dall'amuchina e da tutto ciò che è utile per la pulizia delle mani che, secondo lui, venendo a contatto con i soldi, i tasti di un ascensore, il cibo, le mani di altre persone, ecc, sono esposte ad un costante e numeroso flusso di germi.
Chuck, a scuola, per raggiungere le varie aule presso cui ha lezione compie sempre lo stesso percorso, per evitare incontri inaspettati e inconvenienti di vario tipo non previsti e prima di recarsi a lezione, inserisce la combinazione del lucchetto dell'armadietto ben quattordici volte, finché non è completamente sicuro che sia chiuso.
Tutto ciò ha avuto inizio con un paio di Converse Chuck Taylor rosse acquistate e messe quando era arrabbiato, dopo aver litigato con sua sorella Beth. Da quel momento le scarpe da ginnastica sono aumentate a dismisura e con queste anche le ossessioni del protagonista...
I genitori, preoccupati, lo spediscono dalla psicologa e qui, Chuck conosce la Dottoressa S, una strizzacervelli particolare, che indossa delle scarpe da ginnastica sotto ad un tailleur e che parla con un'intonazione interrogativa.
 
Dopo l'infinito elenco delle abitudini di Chuck, che lo rendono il Chuck che si conoscerà nel corso della vicenda, il protagonista racconterà di se stesso prima e dopo il disturbo, della sua vita, della scuola, della sua famiglia, degli amici (che si possono contare sulle dita di una sola mano) e della sua eccitazione per questo ultimo anno di liceo, che spera possa diventare l'anno che farà di lui un normale ragazzo che finisce le superiori nel migliore dei modi, ovvero innamorandosi, trovando la sua vera essenza e diventando finalmente qualcuno, finendo i suoi anni da zerbino, andando al ballo di fine anno e al Weekend Finale, una sorta di gita non autorizzata in cui scorrono fiumi di alcool, che si tiene mesi prima dalla fine dell'anno e che vede riunite tutte le classi dell'ultimo corso.
Chuck, in occasione della rivelazione della location nella quale si terrà questo evento non autorizzato, ma ormai di tradizione, indossa le sue Converse azzurre, che corrispondono all'eccitazione e alla curiosità. Peccato che il suo sistema scarpe/emozioni non comprenda un cambio durante il giorno, perché il Weekend Finale si terrà in campeggio: il peggior incubo per ogni ossessivo-compulsivo.
Ma forse quella scelta di calzature è stata la più adatta, poiché nell'ora di matematica, nel bel mezzo dell'anno, fa apparizione una bellissima ragazza dai capelli ribelli e rosso fuoco, dagli occhi azzurri e dalle lentiggini ben visibili di nome Amy, che ammalierà Chuck, facendolo innamorare nel giro di qualche minuto.
Sarà proprio la matematica a dare un aiutino al protagonista: perché Amy in questa materia non è un vero e proprio talento, a differenza di Chuck che se la cava piuttosto bene, nonostante detesti i numeri e tutto ciò che li riguarda, e sarà proprio a quest'ultimo che la ragazza chiederà di farle delle ripetizioni.
Il protagonista, al settimo cielo, accetterà immediatamente la proposta e tra i due inizierà un'amicizia fatta di risate, discorsi senza senso, chiacchierate sul loro ipotetico futuro, uscite accompagnate da qualche antiderivata e tanta complicità, che sarà destinata a sfociare in un qualcosa di molto simile all'amore.
Chuck non ha un paio di converse dedicate a quell'emozione, non è mai stato innamorato, non è mai uscito con una ragazza e per lo più lui non è uguale a tutti gli altri ragazzi, e Amy è reduce da una relazione finita nel peggiore dei modi e l'unica presenza su cui può contare e potrà sempre contare è la sua cagnolina Ranuncola. Entrambi non sembrano pronti al vortice di sentimenti che è pronto a travolgerli regalandogli il tanto bramato primo amore e forse unico vero amore, ma quando questo bussa prepotentemente alla porta, niente e nessuno sono in grado di fermarlo, a meno che il disturbo ossessivo-compulsivo di Chuck non traspaia in presenza di Amy, allora si che sarebbero guai e che un quasi bacio tra i due si dissolverebbe...
 
Chuck a causa delle sue ossessioni potrebbe rischiare di perdere le poche cose che di prezioso ha, come Steve, Amy e se stesso.
Il Lexapro sembra la soluzione e la causa di ogni cosa, un flacone arancione pieno di pasticche che potrebbero allievare e dissolvere le abitudini del protagonista come farle aumentare, peggiorandole.
Chuck accetterà la proposta della Dottoressa S e inizierà la cura a base di Lexapro e dell'esposizione alle proprie manie, paure che lo portano a provare quel costante stato d'ansia.
Inizialmente, decide di tentare di combattere ciò che non va in lui, per Amy e per Steve, per riuscire ad avere una ragazza e un migliore amico come ogni ragazzo normale. E' stanco di essere etichettato come quello strambo. Vuole migliorare, per gli altri, per ciò che questi vedono.
Ma quello che Chuck capirà nel corso della vicenda è che si migliora per se stessi, e non per fare un piacere agli altri.
Solo così otterrà ciò che brama con tanta intensità e chi lo sa, magari riuscirà a raggiungere ogni obbiettivo prefissatosi all'inizio di quest'ultimo anno di liceo, a realizzare ogni suo desiderio, a colorare la sua vita attraverso l'aggiunta di un nuovo paio di Converse...
 
LA MIA OPINIONE
 
Edizione digitale: €6.99, 288 pagine.
Edizione cartacea: €12.00, 288 pagine.
Il libro è composto da 60 capitoli, ognuno di questi narrato dal protagonista: aspetto che ho apprezzato particolarmente, siccome nei moderni romanzi rosa la voce narrante è quasi sempre quella della protagonista femminile. Conoscere il punto di vista di un ragazzo riguardo all'amore e vivere le sue stesse emozioni è interessante e innovativo e questo libro ne offre la possibilità.
Casa editrice: +Y Giunti 
 
Ho avuto modo di "conoscere" questo libro grazie alla recensione (qui) di +Silvia Giaccioli, una fantastica scrittrice di romanzi rosa, di cui ne consiglio la lettura.
Il titolo e la copertina sono state le prime caratteristiche che ho notato e che mi hanno spinto a cercare la trama di questo volume, e dopo averla letta non avevo più dubbi: "Mi chiamo Chuck" doveva essere mio!
E' stata una delle mie imminenti letture, dopo gli acquisti librosi online, e aperta la prima pagina mi sono ritrovata nel mondo di Chuck, immersa in lui, nella sua vita, nelle sue emozioni, avventure e nel suo disturbo ossessivo-compulsivo.
Inutile dire che mi sono pazzamente innamorata di Chuck Taylor e della bellissima coppia che formano quest'ultimo e Amy Huntington!
 
Questa recensione è particolarmente importante, poiché si tratta di una lettura che affronta molteplici argomenti affrontati da molti ma quasi mai in modo correttamente, argomenti quali l'adolescenza, descritta magnificamente e in tutte le sue sfumature, l'innamoramento, descritto senza filtri e rendendolo palpabile e facilmente immaginabile attraverso la sfera sensoriale e visiva, il disturbo ossessivo-compulsivo, affrontato con i giusti registri e con una sorta di celata ironia, per rendere il tutto meno pesante e impegnativo, l'amicizia, affrontata con dolcezza ma anche con amarezza, la scuola e la fine del liceo di un ragazzo sostanzialmente sconosciuto a tutti, docenti compresi, la famiglia, descritta come legame affettivo e a volte come una sorta di ostacolo, e soprattutto la vita adolescenziale, descritta meravigliosamente grazie alla presenza di primi amori, prime volte, avventure, ultime volte (quali gli esami di matematica che Chuck detesta tanto) e di tante paia di colorate Converse.
 
Aaron Karo è uno scrittore di quasi quarant'anni, che è stato più che in grado di celarsi nei panni di un diciassettenne strambo e affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo, raccontando l'adolescenza contemporanea e dando la possibilità agli adolescenti di ritrovarsi nelle sue parole e agli adulti di fare la stessa cosa e di comprendere anche i propri figli, nipoti, ecc che stanno passando questa fase della vita.
Le descrizioni, le ambientazioni, i dialoghi, le situazioni, gli avvenimenti celati dentro a questo libro sono meravigliosi, Karo attraverso le sue parole ha avuto la capacità di farmi vivere completamente nei panni di Chuck, tanto da spingermi molte volte a chiedere a me stessa "ma soffro anche io di un disturbo ossessivo compulsivo?!".
I personaggi sono particolari, insoliti e alcuni di questi strambi, perciò di spessore e quasi reali, talmente bene sono descritti e presentati.
I temi che si incontrano nel libro sono sostenuti con la giusta conoscenza, una celata ironia e la giusta importanza.
 
"Mi chiamo Chuck" è una lettura piacevole, scorrevole, non troppo impegnativa e intensa dal punto di vista emotivo e psicologico.
Non ho potuto non ritrovarmi in tutti i personaggi della vicenda, o quasi.
Mi sono ritrovata in Amy, in quanto entrambe siamo timide, insicure ma fermamente convinte di una cosa: che una cagnolina sia l'unica vera amica che possediamo.
Così anche in Steve, in quanto entrambi siamo sfortunati in amore, anche se poi il suo "mai 'na gioia" viene ricompensato con una grande gioia che fa nettamente cadere in secondo piano tutte le sue sfortune (spero possa capitare presto anche a me!).
Stessa cosa per Ghana, il cosiddetto secchione della classe, che con la sua intelligenza zittisce tutti.
E soprattutto, mi sono ritrovata tanto in Chuck, entrambi odiamo il contatto mani/monete, la matematica anche se ce la caviamo egregiamente, abbiamo lo stesso modo contorto di ragionare e di riuscire a vedere solo il peggio in ogni cosa.
Durante la lettura di questo libro ho conosciuto più e più persone, ognuna diversa dall'altra, ma che insieme si completano in modo straordinario e insolito.
In "Mi chiamo Chuck" ho trovato tanti amici, che spero di incontrare, un giorno, nella vita reale, per ora mi accontento dei miei adorati libri.
 
Nel complesso, questo volume mi è piaciuto molto: una vicenda particolare, vissuta da un diciassettenne attraverso la volontà di sconfiggere le proprie manie ossessivo-compulsive per conquistare e riconquistare la ragazza dei suoi sogni e il suo migliore amico, nonché unico, tradito dalla vigliaccheria e dall'egocentrismo che il disturbo di Chuck innescano in lui.
Quel che più mi ha stupita e ammaliata è stato l'approccio al disagio psicologico del protagonista: si mostra senza falsi pudori la necessità dell'intervento di un terapeuta, la necessità a volte coincidente di prendere medicinali come mezzo per spianare la strada ad una terapia che solo il paziente può decidere di praticare per sconfiggere i propri demoni - piccoli o grandi che siano. Per se stesso, come capisce Chuck alla fine. Perché nemmeno la ragazza più dolce del mondo o l'amico migliore possono essere il motivo per migliorare e guarire, per vivere davvero: è essere se stessi al meglio, dandosi la giusta spinta per arrivare al traguardo.
 
Aaron Karo insegna che volere è potere e che ciò che facciamo lo decidiamo di fare per noi stessi in primis, e poi per motivi secondari, meno futili.
Noi siamo al centro del nostro mondo, e affermare e credere ciò non è essere egoisti, ma bensì realisti. Tutti siamo egoisti, e questo è un bene, sta solo ad ognuno di noi sfruttare questo difetto e questa debolezza umana nel migliore dei modi, esattamente come ha fatto Chuck.
 
Potrà risultare banale, ma ho adorato ogni singola pagina di questo libro, e arrivata alla fine mi sono sentita svuotata e vogliosa di reimmergermi nel vortice di emozioni che caratterizza Chuck, il suo mondo e tutto ciò che ruota intorno ad esso.
 
"Mi chiamo Chuck" è un libro che stra consiglio e al quale assegno 5 stelle su 5.
 
La recensione è giunta al termine, non dimenticate di mettere un G+1, di condividere il post dovunque e con chiunque voi desideriate e di seguire il mio blog (nella barra a destra trovate le apposite e diverse caselle dedicate all'iscrizione al blog come lettore fisso).
 
Se avete già letto questo libro e volete scambiarne quattro chiacchiere, o desiderate averne maggiori informazioni, vi invito a scrivermi nei commenti qui sotto, sarò felicissima di rispondervi!
 
Alla prossima recensione! :)
 
Booktrailer de "Mi chiamo Chuck" qui
 
Contatti
Twitter: Hugh_Me_Niall
Instagram: hughmeniall
 
 
 
 
 
 
 




Nessun commento: