2017-10-22

COLLABORAZIONE: "Dieci piccoli passi" di Francesco Pierucci

Recensione-Collaborazione
"DIECI PICCOLI PASSI" di FRANCESCO PIERUCCI
 
Ciao miei adorati lettori e bentornati nel mio piccolo angolo di paradiso!
Pensavate davvero che fossi ufficialmente scomparsa dalla circolazione? E invece no, ero solo sommersa da pile e pile di libri scolastici (credo di non aver mai odiato così tanto dei libri!) e da montagne di verifiche ed interrogazioni da preparare e, aimè, il tempo per leggere si era ridotto a zero.
Una tortura, insomma...e le settimane che verranno non si prospettano molto diverse da quelle appena passate, ma vi prometto solennemente che sarò più attiva e che troverete più recensioni e post possibili! Parola di Lamiavitasonoilibri!
Le mie dita hanno passato due mesi senza sfiorare le pagine di un libro e i tasti rumorosi del mio adorato pc, ma appena ne ho avuto occasione ho letteralmente divorato un libro, per potervelo recensire entro questo weekend, ricomparendo così sulla piattaforma...ed eccomi qui con un post effetto sorpresa!
Cari miei lettori, spero di ottenere il vostro perdono con una recensione su richiesta da togliere il fiato!
Francesco Pierucci, scrittore con cui avevo già avuto l'onore di collaborare (per saperne di più clicca qui), mi ha contattata per farmi recapitare a casa un regalo: una copia cartacea del suo manoscritto edito da Edizioni La Gru.
Il suo prezioso dono merita di essere recensito e condiviso con quanti più lettori possibili e la sua scelta è ricaduta su Lamiavitasonoilibri! Un onore e un piacere!
Quindi, oggi sono qui per parlarvi della mia ultima lettura, un libro attraverso il quale dieci favolose persone entrano in contatto, se non addirittura in simbiosi, con il lettore, condividendo con quest'ultimo la propria solitudine e mostrandogli la propria via di liberazione, per raggiungere una destinazione comune, la catarsi: "Dieci piccoli passi" di Francesco Pierucci.
 
LA COPERTINA
 
La copertina è meravigliosa.
Il titolo è magnifico e racchiude l'intera vicenda nascosta tra le pagine di questo volume: durante la narrazione, il lettore avrà modo di essere accompagnato nella lettura da dieci diversi personaggi, ognuno di essi lo farà a modo proprio, raccontando la sua storia, la propria persona e mostrando attraverso le parole il proprio viaggio, cammino verso una liberazione interiore, che giungerà a compimento solo una volta raggiunta la catarsi più semplice e completa.
Francesco Pierucci viene guidato nella scrittura di questo manoscritto da dieci persone di carta, composte da parole di solitudine e libertà, pace e raggiunge con loro l'apice, divenendo anche lui di carta, vero.
Attraverso la narrazione, il lettore impara a conoscere e capire gli altri e attraverso loro anche se stesso, fino a giungere all'ultimo passo, il decimo nonchè più importante, rappresentato dalla catarsi, dalla liberazione dell'animo e dalla pace interiore.
L'immagine di copertina è molto particolare e soggettiva, vuole rappresentare, a mio avviso, la vita come una stanza senza pareti, confini. Il cielo fa da soffitto, il mare da pavimeto e l'orizzonte da pareti immense, delimitate solo da una piccola finestra, che offre una visuale limitata di quello che appartiene a ciascuno di noi, la felicità e pace interiori, radicate nel profondo dell'anima e da ricercare costantemente.
In fondo cos'è la vita? Solo grande buio bianco a cui ciascuno di noi ha l'obbligo e il diritto di dare diverse sfumature di colore; E quel palloncino rosso siamo noi, metafora di un qualcosa di leggero, inafferrabile, sempre in costante cambiamento e movimento, libero, ma al tempo stesso destinato a portarsi dietro un cordoncino, simbolo di tutto quello che ci ha formato, dando luogo alla persona che siamo oggi, che non eravamo ieri e che non saremo più domani...
La vita di queste dieci persone è strettamente legata a quella del lettore, riuscirà quest'ultimo a raggiungere la propria catarsi e a vedere davvero una volta chiusi gli occhi?
 
LA TRAMA

Fine. Pura liberazione dello spirito. Non c'è mai stata fine più dolce. Come ambrosia soave nelle vene. Eterna catarsi del peccato originale. Sospiro atarassico di un mattino primaverile. Sono qui e sono ora. Mi faccio cullare incessantemente dal tepore dell'ignoto dimenticando ciò che non ho mai vissuto. In fondo cos'è la vita? Solo grande buio bianco. Chiudo gli occhi e finalmente vedo. Sono ovunque. Tutto è vivo intorno a me. Corro veloce, lontano dalla paura di rimanere ciò che sono. Discepolo delle stelle, viaggio nella mente di chi non è ancora nato. Mi lascio il futuro alle spalle. Sono pronto. La fine è vicina. E ogni fine è sempre un nuovo inizio.

IL LIBRO
Titolo: Dieci piccoli passi
Autore: Francesco Pierucci
Casa editrice: Edizioni La Gru
Pagine: 128 pagine (prologo, 10 capitoli, epilogo e ringraziamenti)
Prezzo: €14,00 copia cartacea
Genere: romanzo costruttivo
Scrittura: sublime.
Scrittura corretta sia dal punto di vista grammaticale che sintattico.
Lo scritto di Francesco entra nell'anima, diventandone parte integrante.
Ogni singola parola ha un suo significato e costituisce un tassello importante del puzzle costituito dall'intera vicenda.
Personalmente, adoro il modo di scrivere di Francesco, poichè quest'ultimo non solo descrive perfettamente ambientazione, personaggi, vicenda, emozioni e sensazioni, ma riesce anche a inglobare se stesso e il lettore all'interno delle sue parole.
E' a dir poco impressionante come chi legge riesca a immedesimarsi in ognuna delle dieci storie e a sentirsi parte integrante di esse.
Dieci personaggi diversissimi e dalle infinite sfumature, che si uniscono, dando luogo a una sorta di guida alla catarsi, il tutto compiendo dieci piccoli e giusti passi.
I miei complimenti allo scrittore che è riuscito a dar vita ad un libro che ingloba al suo interno il significato della parola esistenza, di perchè e cosa siamo e di come superare tutto, non uscendone vincitori, ma vincenti.

LA RECENSIONE
"Dieci piccoli passi" è dedicato a chi nella propria vita ha mosso il primo passo e tutti quelli successivi in completa solitudine ed ora sente la necessità di compierne dieci in ottima compagnia.
Questo libro è dedicato a chi, come Francesco, non si sente parte integrante di questo mondo, che tutto è meno che reale, ma appartiene al mondo della carta profumata e scritta, intrisa di emozioni e vita.
"Dieci piccoli passi" è dedicato a chi sente la necessità di dover compiere un mini-viaggio alla ricerca del suo io interiore e sente di volerlo fare con l'aiuto di altre dieci persone intente a raggiungere il medesimo traguardo ed obbiettivo.
Questo libro è dedicato a chi sa emozionarsi.
"Dieci piccoli passi" è dedicato al lettore desideroso di rinascere e di compiere i primi suoi dieci passi con l'aiuto di un grande scrittore.

"Dieci piccoli passi" non ha una sola location, ma diverse, alcune descritte e note e altre sconosciute e non nominate.
In questo libro il protagonista indiscusso è il lettore che, come Ebenezer Scrooge in "Canto di Natale", riceverà la visita di dieci persone, alcune viventi e altre non.
Il lettore, esattamente come il protagonista di "A Christmas Carol", grazie a questi imprevedibili incontri verrà a conoscenza della sua vera essenza e della strada giusta da percorrere. Il traguardo? La catarsi.

Il primo incontro avverrà tra il lettore ed Igor Taransky, un ragazzo di venticinque anni, che adora osservare la gente ed affetto da atarassia. L'atarassia è ancorata nel profondo di ognuno di noi, è quell'insensibilità che emerge quando ti ritrovi solo, indifeso e privato di ciò a cui più tenevi.
Igor ha perso tutto, il padre forte e coraggioso, la madre allegra e spensierata, la capacità motoria e la voglia di vivere.
Ogni giorno è identico all'altro.
Igor passa la giornata a guardare, assorto, le pareti bianche della sua camera angusta e sterilizzata, fino all'arrivo di una ragazza molto più giovane di lui, che si trova lì a causa di un ifortunio alla gamba. Karen.
Da quando Karen è entrata a far parte della sua vita, Igor si sente come rinato, l'apatia è ormai un lontano ricordo e ora quella camera che prima associava ad una gabbia dorata funge da luogo di incontro per le loro chiacchierate quotidiane.
La nostra felicità non è un'altra persona o un oggetto. La nostra felicità siamo noi stessi. Mai dipendere da qualcosa che non sia noi stessi, Igor lo sa meglio di chiunque altro, proprio lui che non può compiere nemmeno la più facile delle azioni in completa indipendenza...
Karen rappresenta ciò che lui ha perso anni prima: il sentirsi uomo e l'avere una persona vera al proprio fianco.
Ma quando la gamba di Karen sarà guarita, lei se ne andrà, lasciando Igor da solo e in quel momento cosa rimarrà? La consapevolezza che un altro giorno è giunto al termine, che il senso di colpa non svanirà, che la fine è vicina e che, molto probabilmente, stasera pioverà, ma che lui continuerà a non arrendersi.
<<Un flusso continuo di persone che attraversano il mio arco vitale senza conoscermi minimamente e senza permettermi di conoscerle appieno. Molte di loro non si accorgono nemmeno della mia presenza. Frustrante, riflettendoci.>>
<<E' che quando sto con lei non mi riesco a soffermare sui dettagli come mio solito, ma rimango immobile a guardarla. Mi blocco.>>
<<Mi disse che nella vita è sbagliato arrendersi e che bisogna lottare finchè se ne hanno le forze. Smettere di combattere equivale a una sconfitta prematura: non sono ammessi rimpianti. Il dolore più intenso, il male più profondo.>>

La seconda storia vede protagonisti Alessandro e Letizia, due ragazzi innamoratissimi e che da ormai due anni condividono gioie, dolori, passione e amore.
Si sono conosciuti un giorno di maggio, Letizia bussò alla porta di Alessandro per cercare di vendere il suo libricino di poesie, fatto stampare con i suoi pochi risparmi. Appena lui aprì la porta capì che era e sarebbe sempre stata lei, la donna della sua vita.
Naturalmente acquistò il suo libro e da quel giorno le orbitò intorno, come un pianeta bisognoso di luce solare. Lui cercava di sottrarle un pò della sua creatività cimentandosi in poesie dedicate alla sua Letizia e lei cercava di essere più razionale, dote che gli invidiava.
Tutto procede a gonfie vele, il loro amore è forte più che mai, fino a quando una mattina Alessandro si reca all'ennesimo colloquio di lavoro con il solito mal di testa che gli attanaglia la vista. Un dolore che lo costringe a tornare a casa e a vedere la sua bellissima Letizia non più eterna come invece la credeva. Stringe in una mano una lettera, un pezzo di carta bianco, come il sangue di Alessandro. Sangue bianco, un nome così poetico per un qualcosa di così atroce. Alessandro non desidera altro che rivedere la sua dolce metà e così decide di raggiungerla. Il loro amore è troppo forte per permettere alla conseguenza della vita di dividerli e così Alessandro può finalmente urlare che lui ama Letizia e che il loro amore durerà in eterno. Perchè il mistero dell'amore è più grande di quello della morte.
<<Non avevamo bisogno di dirci "ti amo" perchè ce lo si leggeva negli occhi.
E poi cosa vuol dire amore? Non saprei. In fondo non mi interessa darne una definizione esatta. So solo che, una volta conosciuta Letizia, le altre ragazze mi apparivano tutte con la stessa faccia priva d'identità.
Passavamo le giornate in casa a leggere e a fare l'amore. Ci immergevamo nella cultura senza sentire il bisogno del mondo esterno.
Ripetevamo senza sosta che non ci saremmo mai lasciati. Ma, al contrario degli altri, davamo peso alle nostre parole; esistevamo solo noi due, ci bastava.>>
<<Il dolore è insignificante rispetto alla voglia di rivederla.>>

Il terzo passo vede protagonista una ragazza dai capelli rossi, Sofia, il quale nome significa conoscenza, disposta a qualsiasi cosa per ottenere l'approvazione del padre troppo impegnato a bere, picchiare la moglie e a disprezzare la figlia per accorgersi di quanto queste due donne lo amino.
Il giorno in cui il cuore di suo padre smise di battere, la protagonista non versò nemmeno una lacrima. Si chiuse in se stessa e iniziò a viaggiare, lavorando per ottenere vitto e alloggio, per poi rifugiarsi altrove, alla ricerca di un luogo da poter chiamare casa.
Un sogno la perseguita ogni singola notte: le pareti di una stanza che si restringono sempre più attorno a lei, soffocandola. E se quelle pareti che la opprimono fossero il chiaro segnale che solo morendo potrà raggiungere la pace interiore?
Solo affrontando di petto il proprio sogno la protagonista può capire cosa questo ha da comunicarle. A volte una gabbia fa sentire più liberi di quanto uno spazio infinito potrà mai fare...
E se guardandoci allo specchio sorridessimo, cosa accadrebbe?
Un attimo di razionale follia e tutto cambia...
<<"L'uomo è nato libero, ma ovunque è in catene.">>

La quarta storia vede protagonista un uomo che alle 11.03 del 31 marzo ha smesso di credere in Dio.
La foto di una bambina a pagina due del giornale, rovinata da un titolo simbolo del male e della violenza umana, conferma a un signore sulla settantina che Dio prima dà e poi ti toglie. Non si capacita di come Egli possa acconsentire a tale scempio, ma faceva finta di niente, andava avanti pensando che facesse parte di un progetto più grande, questo almeno fino a quel giorno di aprile, quando Lui lo privò della sua gioia più grande.
Prima Anna, poi Anita...
Quanto deve essere difficile dover continuare a credere in qualcosa a cui non si vuole più credere? Le persone sentono il bisogno di sperare e presumere che ci sia qualcosa di più grande di loro, ma quando non si sente più questa necessità, cosa si diventa?
Elì, Elì, lamà sabactanì?
Dio l'ha abbandonato e quella bara bianca posta al centro della chiesa ne è la prova.
Il protagonista stringe il rosario in mano e indossa la toga, ma la messa è finita, possiamo andare in pace...
<<Suffucit diei malitia sua. A ogni giorno basta il suo male.>>

Il quinto passo vede protagonista Charlie Kozak, un medico legale.
Charlie si sente maledettamente solo, forse perchè lo è sempre stato...e se fosse la solitudine la sua catarsi?
La sua stranezza è quella di sognare ogni singolo cadavere a cui effettua l'autopsia, facedolo rivivere nella irrealtà, facendolo essere ciò che desidera, ma che non potrà mai essere.
Un nuovo giorno è arrivato e il cadavere sul tavolo appartiene alla signora Kowalski.
Per qualche strana ragione, Charlie non riesce a sognarla, ma in compenso i sogni ricorennti degli altri defunti e di sua mamma dominano le sue notti...
La madre di Charlie è morta quando aveva soli otto anni, vittima di femminicidio. Ricevette un pugno che le fece sbattere la testa. Una pozza di rosso e poi più niente.
Charlie vive con il senso di colpa per non aver potuto evitare la tragica fine della madre e lavora con i defunti per cercare di rendergli giustizia e pace.
Eppure con la signora Kowalski è diverso, lei è diversa. Chi era in realtà quella donna appartenente all'alta borghesia e cosa vuole il marito dal protagonista?
Una lettera e lo ius eligendi sepulchrum saranno le risposte che Charlie cerca da una vita.
<<Ma perchè la gente arriva a tanto? A cosa è dovuto tutto quest'odio che respiriamo ogni giorno come aria ustionante?>>
<<Mi avevano sempre affascinato le gocce di pioggia sui finestrini. Quella gocciolina che inizialmente si muove adagio, timida, quasi senza forza, nè volontà. Si guarda intorno e ne vede altre nella sua stessa situazione. Capisce che in quelle condizioni non riuscirà mai ad andare avanti, allora cambia il modo di vedere le cose. Si avvicina lentamente alla goccia più vicina e decide di inglobarla. Comincia a muoversi più velocemente e s'impossessa di un'altra. Comprende che per andare più veloce degli altri ha bisogno di sfruttare la loro forza. L'egoismo prevale sulla colletività. Fino ad arrivare alla fine del vetro: l'autodistruzione. Una metafora perfetta delle persone.>>

La sesta storia vede protagonista un ragazzino affetto dalla sindrome di Down.
Non ha amici, ma ha Dio, i suoi genitori, il suo insegnante di sostegno Stefano e la signora Maria.
Tutti non fanno che ripetergli quanto sia diverso, ma se ad essere diversi fossimo tutti noi e non lui?
Le discriminazioni sociali sono all'ordine del giorno, ma se fossero dei bambini a metterle in pratica attraverso insulti e violenza?
Il protagonista, in buona fede, cercherà di porgere l'altra guancia a questi suoi compagni così timorosi di accettare loro stessi da far sentire lui diverso e fuori posto, ma il risultato sarà un ricovero in ospedale e un volto sfigurato, che farà sentire il protagonista un vero e proprio mostro.
E quando un suo compagno sarà in difficoltà lui sarà pronto ad aiutarlo, facendogli capire davvero chi è ad essere diverso?
<<Mi piace andare sempre oltre alle apparenze.>>
<<Mi piace, in special modo, il concetto di porgere l'altra guancia. Penso che doni un senso di pace interiore mai raggiunto dagli esseri umani.
Non prego affinchè le persone mi accettino per quello che sono, ma perchè accettino se stesse.>>
<<L'importante è fargli capire chi è veramente diverso.>>

Il settimo passo vede protagonista una scrittrice, che riceve una misteriosa visita.
Il suo animo è pessimistico, lei si sente vuota e la causa principale porta il nome di Alex, l'uomo di cui lei era innamorata, ma che non ricambiava i suoi sentimenti.
La protagonista ha sempre cercato l'amore, lui ne è sempre fuggito. Lei ha cercato di adattarsi al modo di vedere il loro rapporto di Alex, ma questo ha significato spezzarsi il cuore da sola.
E' difficile scrivere romanzi d'amore, in cui i protagonisti si amano allo stesso modo e in cui non c'è posto per la sofferenza, perchè tutto è perfetto e non credere che tutto questo possa essere possibile anche nella realtà.
Credere alle sue stesse parole corrisponde ad un suicidio dell'anima e la sua misteriosa apparizione è lì per strapparla via da quella sofferenza e per portarla dove credere e sognare sono la medesima cosa.
<<"Cosa non ha funzionato?"
"La diversa prospettiva dell'amore. Io desideravo trovarlo, lui ne fuggiva. Poi mi sono adattata, nascondendo la speranza d'amore dentro di me. Alla fine ho anche smesso di crederci. L'amore non esiste."
"Ma allora cosa fa girare il mondo?"
"L'odio. L'odio è oggigiorno una ragione di vita per tutti quelli che sono troppo deboli per cercarne una reale. E' un genocidio di massa che non avrà mai fine. La gente pare non essere mai stanca di soffrire. L'odio è diventato il nuovo amore.>>

L'ottava storia vede protagonista un ex tossicodipendente.
Iside è stata la sua luce in fondo al tunnel. La sua salvezza.
Iside ha dato tutto per lui, l'ha amato fino all'ultimo istante. Ma se ne è pentita.
Il protagonista voleva amare di più la sua Iside, ma non ne ha avuto l'occasione, l'odio e l'irrazionalità sono stati più forti del suo amore e ora Iside non c'è più.
Don Antonio ha cresciuto il protagonista, l'ha reso più forte della droga e l'ha aiutato ad essere un uomo migliore per Iside, almeno per un po'.
Don Antonio perdonerà ancora una volta il ragazzo che ha sempre aiutato e gli mostrerà la strada del pentimento e della liberazione dell'animo?
Il protagonista si reca nel confessionale della sua parrocchia. Dall'altra parte ci sarà Don Antonio ad ascoltarlo e sostenerlo?
<<Non vi è coraggio nel dire ciò che si pensa, perchè non vi è voglia di dire ciò che si pensa.>>

La nona vicenda vede protagonista un ragazzino di soli sedici anni, destinato alla dura vita tipica di Napoli e dei quartieri come Scampia.
Invischiato in giri di spaccio di sostanze stupefacenti e di un'eterna dannazione, riuscirà a uscire vivo dalla Famiglia?
Una consegna finita male e il mancato pagamento della merce di contrabbando porteranno alla morte del solo amico del protagonista e alla ingiusta sua colpevolezza.
Il boss crede alla storia raccontata dai soci del protagonista.
Lui è il colpevole. "Per uccidere un uomo devi colpirlo al cuore!", diceva il suo eroe preferito. Ed è con un colpo al cuore che il protagonista verrà liberato dall'eterna dannazione.

Il decimo passo racconta i dieci piccoli importanti passi compiuti da un uomo, fino al raggiungimento della fine della propria esistenza, quando consiglia di muovere i dieci passi corretti e necessari ad una vita degna di essere chiamata tale.

Il prologo vede riuniti in cerchio i dieci personaggi di questo libro, con in aggiunta lo scrittore, che si interroga sul perchè queste persone di carta abbiano scelto proprio lui e comprende che anch'esso è fatto di carta, che non appartiene a questa vita, che non è reale, ma all'esistenza di cui ha sempre voluto far parte, un'esistenza vera, intrappolata tra le pagine di un libro. Non gli interessa chi sia il suo autore, siccome anche lui fatto di carta. L'unica certezza che ha è che quello è il suo posto.

LA MIA OPINIONE
"Dieci piccoli passi" è un libro con la L maiuscola.
E' talmente profondo, bello ed emozionante da non poter essere descritto e classificato.
Il volume è composto da dieci storie, ognuna delle quali struggente, straziante e liberatoria.
Ogni protagonista si trova in una condizione di difficoltà e solitudine, e riesce a suo modo a raggiugere una meritata catarsi.

Ognuno dei dieci racconti, passi ha fatto breccia nel mio cuore e nella mia anima, emozionandomi e permettendomi di calarmi nei panni del protagonista in questione.
I due racconti che più mi sono entrati nel cuore, diventandone parte integrante sono "Sangue bianco", la seconda storia e "Diverso", la sesta.
Non piango mai leggendo un libro, eppure Francesco Pierucci ha avuto la capacità non solo di farmi emozionare e commuovere, ma addirittura di farmi singhiozzare e finire il pacchetto di fazzoletti durante la lettura di questi due passi. Ciò dimostra l'estrema bravura di Francesco nel suo mestiere e quanto questo libro sia degno di nota.

"Dieci piccoli passi" non rappresenta il classico genere che sono solita leggere, ma si classifica inaspettatamente nella mia "top libri preferiti"!
Nessun libro era mai riuscito a farmi piangere come quest'ultimo e questa, tra le altre caratteristiche, lo colloca tra uno dei migliori libri in circolazione.

Le parole di Francesco sono arte. "Dieci piccoli passi" è arte.
Non basterebbero tutte le parole del mondo per poterlo descrivere...

Ringrazio Francesco Pierucci per aver dato vita a "Dieci piccoli passi" e per avermi fatto questo magnifico dono, non gliene sarò mai abbastanza grata!
Francesco Pierucci mi ha insegnato cosa significhi essere soli, atarassici e dannati e mi ha trasmesso la voglia di combattere, di lottare, di non darmi per vinta e di raggiungere la tanto ambita catarsi.

128 pagine di pura emozione e vita. Ora capisco a pieno le parole di Francesco, perchè sono consapevole anche io di voler appartenere al mondo di carta, quello vero ed eterno. E se il mio autore fosse proprio lui? In quel caso non potrei chiedere autore migliore per una me di carta...

I miei complimenti a Francesco, che non mi ha regalato semplicemente un suo manoscritto, ma dieci nuove vite ed amici, una nuova consapevolezza e prospettiva, quella che guarda alla vita con il cuore.
Le parole dello scrittore sono semplice poesia, armonia. La pace interiore è leggere ciò che scrive.
Gli sono grata per aver fatto ritrovare a me, come ad altri lettori, un piccolo pezzo di felicità.

E che dire? Attraverso "Dieci piccoli passi" ho raggiunto la catarsi...

IL MIO GIUDIZIO
 
 
 
 
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Alla prossima recensione! (: 
 


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