2020-02-26

Recensione "RACCONTAMI DI UN GIORNO PERFETTO" di JENNIFER NIVEN

"RACCONTAMI DI UN GIORNO PERFETTO"
di JENNIFER NIVEN


Ciao miei adorati lettori e bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri! (:

Rompendosi la ceramica prende nuova vita attraverso le linee di frattura dell’oggetto che, grazie alle sue cicatrici, diventa ancora più pregiato.
L’arte di abbracciare il danno e di non vergognarsi delle ferite è la delicata lezione simbolica suggerita dall’antica arte giapponese del kintsugi dall'incantevole storia d'amore e di vita di "Raccontami di un giorno perfetto".
Tuttavia: congiunzione. Nondimeno, ciò nonostante: con valore avversativo (gli ostacoli sono molti, tuttavia accetto) o correlativa di una concessiva (sebbene gli ostacoli siano molti, tuttavia accetto).
Può sembrare una parola come un'altra, tuttavia per due ragazzi su una torre campanaria, con lo sguardo puntato sull'asfalto e la voglia di buttarsi, significa tutto...perché la gente non ama chi è strano, incasinato e quindi sbagliato, tuttavia Finch e Violet si amano.

LA COPERTINA

La copertina a prima vista non suscita grandi emozioni, acquista significato solo in seguito alla lettura delle parole di Jennifer Niven.
Il mondo non è perfetto, specie quello di Violet Markey, che pare essere tutto sottosopra mentre lei cerca faticosamente di restare in equilibrio e di tenere in vita sua sorella Eleanor, morta sul colpo in un incidente stradale al quale lei è invece sopravvissuta.
Se Theodore Finch potesse raccontarle di un giorno perfetto e addirittura farglielo vivere? Il mondo forse smetterebbe di essere al contrario, la sua frangia cesserebbe di crescere ed essere storta e gli occhiali da vista di sua sorella non sarebbero più i suoi nuovi occhi...forse.

LA TRAMA
È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare. Raccontami di un giorno perfetto è un romanzo commovente e coraggioso. Una storia che spezza il cuore in tutti i modi possibili e ci ricorda che cosa significa essere vivi. 

IL LIBRO
Titolo: Raccontami di un giorno perfetto
Autrice: Jennifer Niven
Editore: De Agostini
Pagine: 408
Versione digitale: €6,99
Versione cartacea: €14,90
Genere: romanzo young adult
Scrittura: incantevole e al tempo stesso atroce.
Jennifer Niven narra di un lento susseguirsi di giorni, ciascuno dei quali cessa di essere ordinario e diviene perfetto dopo che due adolescenti si incontrano per caso sulla cima della torre campanaria scolastica, entrambi sul punto di suicidarsi.
Hemingway scriveva "Il mondo spezza tutti quanti e molti sono forti nei punti spezzati" e Jennifer Niven ci insegna che anche se a pezzi, due ragazzi sono in grado di amarsi sino alla morte.
La penna della scrittrice è la sua corona, la Niven è la regina dello YA, un genere letterario che durante la lettura fa male e al tempo stesso cura il lettore, un po' come il sale del mare sulle ferite.

LA RECENSIONE
"Raccontami di un giorno perfetto" narra della ricerca di un giorno perfetto dall'inizio alla fine, un giorno in cui non succede niente di tragico, di triste o di ordinario.

Theodore Finch, più comunemente conosciuto come Finch lo schizzato o Fenomeno ha staccato la spina, ha avuto un blackout. Un attimo prima viaggiava alla grande e un attimo dopo il suo cervello si è messo a girare in tondo. A quel punto ha spento tutto ed è andato a dormire, ma non come accade a tutti ogni sera. Un lungo sonno profondo e senza sogni durato dal giorno del Ringraziamento a Capodanno.
Finch ha promesso a se stesso che questo risveglio sarà diverso. Se riesce ad avere il controllo sul mondo circostante, a partire da se stesso, dovrebbe riuscire a restare sveglio e presente, non per modo di dire, ma pienamente cosciente. Qui e ora.
Per prendere contatto con la realtà e la nuova versione di sé post risveglio, una mattina del secondo semestre scolastico, Finch decide di recarsi in cima alla torre campanaria di Bartlett, solamente per il piacere di dimostrare a se stesso quanto sia incantevole essere vivi e guardare sotto avendo la possibilità di decidere se buttarsi o meno, pur stando in equilibrio dalla parte esterna del parapetto.
Ma sembra non essere il solo a intraprendere questa esperienza suicida...

Violet Markey, più comunemente conosciuta per la sua perfezione e popolarità di oramai ex cheerleader ed ex fidanzata del quarterback e bronzo di riace Ryan Cross, ha sempre mal di testa. Dev'essere colpa degli occhiali, Eleanor aveva una vista peggiore della sua e a lei stavano bene. A Violet stanno male, specie per via della frangia. Ma forse, a forza di portarli, diventerà come lei e vedrà quello che lei vedeva. Potrà essere tutte e due al tempo stesso, così nessuno, soprattutto lei, sentirà la sua mancanza.
Ci sono giornate si e giornate no, ad essere più frequenti sono le ultime.
E' colpa sua se Eleanor non c'è più, dopo quella festa Violet e sua sorella sono tornate a casa prendendo la strada che passa sopra all'A Street Bridge, nonostante il pericolo segnalato di ghiaccio ed ora i resti della macchina e l'anima di Eleanor giacciono sotto a quel ponte, mentre lei è sopravvissuta ed è costretta a vivere una vita fatta di riempitivi, perché tutto dopo la scomparsa della sua persona è solo un di più. Tutto ha perso importanza.
Senza nemmeno rendersene conto, una mattina come tante altre, forza la serratura della porta di ingresso della torre campanaria, scavalca il parapetto ed è pronta a gettarsi da quell'altezza che le assicurerebbe una morte sul colpo, sino a quando i suoi sensi si risvegliano e vuole rimandare la sua fine e inaspettatamente una voce maschile e una mano tesa sono lì ad aiutarla: si tratta dello schizzato della scuola, Finch il fenomeno.

Chi salva chi? Se invece si stessero salvando a vicenda?
Violet fa giurare a Finch di tenere la bocca chiusa riguardo all'episodio della torre campanaria, perché chissà cosa penserebbero i loro compagni se si venisse a sapere che la ragazza perfetta e innocente a cui è morta la sorella stava tentando il suicidio, togliendo ai genitori l'ultima figlia rimastogli.
Theodore, in ogni caso, non è interessato a far sapere a tutti che stava tentando il suicido pur non avendo la reale intenzione di suicidarsi e che ha finito per salvare l'indifesa Violet Markey da una decisione avventata e dalla quale non sarebbe più stato possibile fare marca indietro.

Qualche attimo dopo i due suicida si rivedono in classe, a lezione con il signor Black, un enorme uomo ansimante che insegna geografia a dei ragazzi completamente disinteressati alla materia.
Per animare un po' i ragazzi, prossimi al diploma, il 35% del voto finale del corso di geografia dipenderà da un progetto scolastico di coppia: scoprire tre meraviglie dell'Indiana e documentarle, in modo che dopo il diploma a ogni studente rimanga qualcosa del suo Stato, considerando che la stragrande maggioranza di loro frequenterà un college oltre il confine.
Finch sceglie Violet come compagna per la ricerca. 
A nessuno dei due è mai venuto in mente di fare il turista nell'Indiana, ma a parte che si tratta di un compito assegnatogli e Finch si è offerto, incastrando Violet, di fare coppia, il ragazzo pensa sia una buona idea.
Nella sua macchina c'è una cartina stradale che aspetta solo di essere utilizzata, ci sono un sacco di posti che vale la pena vedere. Magari nessuno li visiterà mai o li apprezzerà o si soffermerà un solo momento a pensare che siano importanti.
Ma forse anche i posti più insignificanti contano qualcosa. Magari anche solo per Finch e Violet. Se non altro, prima di andarsene, sapranno di averli visti.
E' un "scendiamo dal cornicione" scritto su Facebook da Theodore Finch alla sua unica amicizia, Violet Markey, a segnare l'inizio del loro giorno perfetto, perché un giorno è fatto di attimi ed essi possono durare una vita o il tempo che rimane a Finch lo schizzato e UltraViolet RiMarkeyVole...

Finch è ancora qui ed è contento di esserci, altrimenti si sarebbe perso qualcosa di bello per cui stare sveglio: il sorriso di lei.
Le regole di Finch per la peregrinazione sono semplici.
Non ci sono regole, al mondo ce ne sono già abbastanza.
Ci sono tre linee guida, meno rigide delle comuni regole: è vietato l'uso del GPS, si fa alla vecchia maniera usando le cartine stradali; lui e Violet si alterneranno nella scelta dei luoghi da visitare, ma bisogna essere anche disposti ad andare dove li porta la strada; in ogni luogo si lasceranno dietro qualcosa, come una specie di offerta, per testimoniare che sono stati lì.

Le meraviglie sono tre, eppure le peregrinazioni di Finch e Violet continuano.
Ben presto si renderanno conto che di incantevole e meraviglioso nell'Indiana non ci sono solo i luoghi...ma anche loro due, insieme.

NEL LIBRO
"Posso farti una domanda? Secondo te esiste un giorno perfetto?"
"Cosa?"
"Un giorno perfetto, dall'inizio alla fine. Un giorno in cui non succede niente di tragico, o di triste o di ordinario. Secondo te esiste?"
"Non lo so."
"Te ne è mai capitato uno?"
"No."
"Nemmeno a me. Ma lo sto cercando."
...
Poi lui dice: "Saltiamo".
"Sei sicuro? E' il punto più alto dell'Indiana."
"Sono sicuro. Ora o mai più. Ma devo sapere se tu ci stai."
"Ok."
"Pronta?"
"Pronta."
"Al tre."

LA MIA OPINIONE
In un passo de "Raccontami di un giorno perfetto", Finch e sua sorella minore Decca, ritagliano dai libri le parti negative, perché le cose brutte non dovrebbero essere mescolate a quelle belle.
La sorellina raccoglie tutte le parole infelici, rabbiose, cattive e spiacevoli tenendole per sé e Finch ritaglia "rendi la vita incantevole" e poggia quelle semplici lettere piene di significato sul cuscino di Decca.
Quanto vorrei che prima della lettura Decca avesse tagliato via con le sue forbicine tutte le parti negative del libro...perché alcune di queste fanno davvero male e mi hanno cambiata per sempre.

Jennifer Niven, con la sua penna, scrive parole che normalmente la sorella di Finch ritaglierebbe dai libri, per far comprendere al lettore che nella vita ognuno di noi ha delle crepe, dei punti spezzati e che se troviamo qualcuno che ha sulla pelle e nell'anima le nostre stesse cicatrici allora il mondo ci può fare meno paura e disgusto.
Finch e Violet sono in ogni senso l'uno per l'altra tutto ciò che una persona può essere. Se qualcuno può salvarli, questo qualcuno sono loro due.

Recensire "Raccontami di un giorno perfetto" è l'incubo di qualunque blogger, è praticamente impossibile parlarne rendendo il senso di cosa rimane al lettore al termine della lettura di queste pagine.
Jennifer Niven porta su carta due storie reali, intrise di sofferenza e voglia di guarire. Finch e Violet non sono solo due personaggi libreschi, ma l'essenza stessa della guarigione da un lutto e dalla depressione che ben o male sono situazioni alle quali ognuno di noi andrà in contro nel corso della vita e con le quali dovrà combattere per il resto dei propri giorni.
A questo proposito la scrittrice, nelle note a fine libro, narra di come le sue perdite e il suo essere una sopravvissuta alle perdite subite l'ha resa in grado di dare vita ad un libro del genere, che funge un po' da cura universale per il dolore che affligge ogni persona.

A "Raccontami di un giorno perfetto" non importa ciò che si prende (il mio cuore e tutte le mie lacrime), ma quello che si lascia dietro. Un incantevole senso di dolore ma anche di consapevolezza, perché è soffrendo che ci si sente vivi e Jennifer Niven, Finch e Violet mi hanno fatta sentire più viva che mai.

IL MIO GIUDIZIO



Alla prossima recensione!

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