2017-01-24

Recensione: "Il problema è che ti amo" di Jennifer L. Armentrout

"IL PROBLMEMA E' CHE TI AMO"
di JENNIFER L. ARMENTROUT
 
 
Ciao miei adorati readers e bentornati nel blog!
Scusate l'assenza, ma la scuola e i vari impegni scolastici in questo momento assorbono tutte le mie energie e il mio tempo, ma fra una materia da studiare e un progetto extrascolastico qualche paginetta riesco ancora a leggerla.
Oggi sono qui per parlarvi della mia ultima lettura, un romanzo rosa Young Adult, che narra delle ripercussioni a lungo termine degli abusi sui bambini e di un amore che nasce in circostanze insolite e intense: "Il problema è che ti amo" di Jennifer L. Armentrout.
 
LA COPERTINA
 
 
 
La copertina è graziosa.
Il titolo rappresenta a pieno la vicenda, che narra di un amore nato in circostanze del tutto insolite, all'età di circa sei anni all'interno di un nucleo famigliare buio e orribile, dominato da violenza, uso di stupefacenti, alcolismo, silenzio e paura, ed è stata proprio quest'ultima a dare la forza al co-protagonista maschile di tentare di proteggere la protagonista femminile da quel mondo così oscuro e ingiusto.
Una protezione che, ben presto, si trasformò in qualcosa di simile all'amore e che avrà modo di fiorire completamente vari anni dopo, quando entrambi saranno ormai degli adulti.
I loro problemi sono il silenzio, il guscio umano utilizzato per proteggersi dall'esterno e i sentimenti che provano l'uno per l'altra, che non fanno che ricordare ad entrambi il doloroso passato e ciò che erano prima e che sono tutt'ora: dei bambini intrappolati in qualcosa di più grande di loro, dal quale, solo insieme, potranno evadere.
La copertina rappresenta la protagonista Mallory e quell'enorme sorriso sarà il risultato di un lavoro in corso che non giungerà mai al termine, perché la vita non è un programma e ogni decisione comporta un cambiamento, ma se se ne ha la consapevolezza non si può che vivere con felicità perché, per fortuna, nulla è eterno.
 
LA TRAMA
 
Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo.
Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell'anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare.
Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l'inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c'è Rider Stark, l'unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario.
Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro a quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d'un tempo... un eroe per di più molto affascinante.
Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza.
Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?
 
IL LIBRO
 
Edizione cartacea: 440 pagine, 16.90€
Edizione digitale: 440 pagine, 9.99€
Casa editrice: Editrice Nord
Capitoli: 8 capitoli + prologo ed epilogo.
Narratore: Mallory Dodge (protagonista), narratore interno.
Scrittura: più che corretta dal punto di vista sintattico e grammaticale, armoniosa, semplice ma nonostante ciò elegante, scorrevole e intrisa di emozioni.
La Armentrout scrive di più argomenti delicati e difficili da esporre, eppure se la cava egregiamente, dando vita ad un libro che contiene situazioni familiari complicate, violenza domestica, ripercussioni a lungo termine degli abusi su minori, il sistema burocratico dell'assistenza sociale, aimè, fallato, il silenzio come difesa, la morte e ultimo, ma non meno importante, la vita.
 
LA RECENSIONE
 
Questo libro è consigliato a chi desidera immergersi fra le pagine di una vicenda viva, intensa e profondamente vera, intrisa di emozioni negative e positive, che unendosi danno vita ad una storia d'amore che il lettore non dimenticherà tanto presto.
"Il problema è che ti amo" è consigliato a chi vuole leggere un libro che riesca a far breccia nel proprio cuore e ad occupare un piccolo spazietto all'interno di esso.
Questo libro è consigliato a chi ha vissuto un passato doloroso e vuole sentirsi compreso o a chi, invece, è stato estremamente fortunato e ha avuto un'infanzia serena e vuole calarsi nei panni di quelle persone che tutto sono state, tranne che fortunate e felici.
 
"Il problema è che ti amo" è ambientato a Baltimora, scelta non casuale: la scrittrice afferma di aver ambientato il suo libro in questa cittadina, poiché lei stessa è cresciuta non molto lontana dalla località in questione e ha l'abitudine di ambientare spesso i suoi libri in aree geografiche che conosce bene.
Baltimora, però, non è solo lo sfondo della storia, in un certo senso è un personaggio anche lei, piena di bellezza e speranza, e dimenticata troppo spesso dall'America.
La protagonista principale è Mallory Dodge, anche se, attraverso la sua narrazione in prima persona, viene offerto ampio spazio anche a tutti gli altri personaggi del libro, come Rider che assume la posizione di co-protagonista, Rosa e Carl (i genitori adottivi di Mallory) che assumono sia la posizione di antagonisti nell'amore fra Mal e Rider e sia di aiutanti nella vita della protagonista, che grazie a loro ha avuto una seconda occasione, Ainsley (amica di Mallory) che assume il ruolo di "fata madrina", i nuovi compagni e il corso di comunicazione, che svolgono il ruolo di sblocco della protagonista e molti altri ancora...
Ogni singolo personaggio è vero, profondo e corrisponde ad un lato della personalità umana, da quello più superficiale e apparentemente inscalfibile a quello più vulnerabile e debole.
 
<<Le era già capitato di non stare zitta e conosceva bene le conseguenze. Ma sapeva anche come sarebbe andata a finire se fosse rimasta in silenzio. Non fare rumore.
La bambina aprì la bocca e lanciò un grido soffocato, con la sua bambola a coprirle la bocca. Non fare rumore.>>
Il passato tormenta Mallory da sempre.
Non fare rumore.
Nonostante siano passati anni, quelle tre parole le danno ancora il tormento e le cuciono la bocca, sigillandola irrimediabilmente.
Quella bambola di nome Velvet monopolizza da sempre i suoi sogni, quella graziosa bimba di pezza dai capelli rossi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ormai colmo di dolore e disperazione e che ha lasciato in Mallory cicatrici evidenti e indelebili.
Mallory non si sente amata e quindi vera, si sente come quel coniglietto di pezza di cui narra il libro di racconti per bambini che Rider le leggeva in continuazione quando erano piccoli, "Coniglietto di velluto", desideroso di essere amato, di provare dei sentimenti e di sentirsi vero e in vita, esattamente come la protagonista.
Ma lei non è vera, perché la paura la rende una tela bianca, ma nel corso della vicenda capirà che essere una tela bianca le va bene, perché può essere tutto ciò che vuole.
Può diventare chiunque.
Deve solo darsi da fare, affrontando il passato e facendolo diventare parte di sé senza però dargli il potere di essere il solo elemento caratterizzante.
E chissà che ciò che è e ciò che desidera di essere non combacino...
 
Mallory si sente pronta a voltare pagina e decide di iscriversi all'ultimo anno della Land High, un liceo pubblico, dove sarà obbligata a interagire con altre persone che non siano Carl e Rosa, Ainsley e il suo psicologo.
Varcando la porta dell'ultima lezione del suo terribile primo giorno, non crede ai suoi occhi, quel ragazzo seduto in fondo dall'aria sicura di sé, arrogante e fascinosa è proprio lui, il bambino che da piccola la protesse a costo della sua vita e che credeva di aver perso per sempre: Rider Stark.
Rider è sorpreso quanto lei da quel loro primo incontro dopo ben quattro anni e non appena la vede la prima parola che riesce a pronunciare è "Pesce".
Pesce perché Mallory in passato non apriva mai bocca, per paura di fare rumore, cosa che i genitori adottivi di lei e Rider non apprezzavano e punivano severamente, potendo contare sulla forza che l'alcool e le droghe gli davano.
Da quel primo incontro, Rider e Malllory capiranno di aver avuto una seconda occasione e riprenderanno a frequentarsi, come amici, esattamente come lo sono stati anni prima, ma Mallory è cresciuta e visibilmente non è più quella bimba indifesa che il suo eroe proteggeva, come il suo eroe non è più quel bimbo magrolino di un tempo.
Ora lei è una donna e lui un uomo e ben presto l'attrazione fra i due sarà più forte di ogni altra cosa e finalmente si sentiranno amati, vivi e veri, non più come quel coniglietto di pezza del libro per bambini dal quale erano tanto affascinati.
 
Mallory vuole una realtà in cui poter vivere davvero ogni secondo, invece di proiettarsi continuamente nel futuro per poi dover guardare indietro.
Rider vuole cambiare per lei, vuole diventare la sua persona, quella persona che ti appartiene, che si preoccupa, che c'è sempre e che si prende cura di te.
Sulla base di questi due grandi lavori in corso, Rider e Mallory impareranno a fare i conti con il passato e con il presente, a voltare pagina e a scriverne una nuova senza dimenticare, ad andare avanti superando i numerosi blocchi, ad amare e ad essere amati.
 
<<Non avrei saputo indicare il momento esatto in cui ero diventata una Mallory diversa.
Forse perché non c'era stato un solo momento, ma centinaia, migliaia.
Non era solo il fatto di aver ricominciato a frequentare la scuola, o di essermi seduta a pranzare con Keira.
Non era stata la decisione consapevole di mettermi a disagio iscrivendomi al corso di comunicazione.
Non era stato solo il fatto di aver finalmente confessato ad Ainsley tutto il mio passato.
Non era solo il giorno in cui avevo scorto la verità dietro la cattiveria delle parole di Paige.
Non era solo ciò che era successo a Jayden, aver visto la sua vita spegnersi in un attimo.
E non era solo il fatto di aver ritrovato Rider, o di essere innamorata di lui.
Era tutto.
Era decidere di fare le cose che mi spaventavano.
Era sapere che potevo ancora...avere paura di tutto, ma che non avrei permesso alla paura di impedirmi di vivere.
Seppi che era così. Ero cambiata.>>
 
<<"In tutti questi anni hai creduto di non valere niente, anche se tutti intorno a te ti dicono che non è vero. Non posso riuscire a farti cambiare idea. Ci avrei provato...ci avrei provato perché ti amo, ti amo così tanto, ma devi essere tu a voler cambiare. Non io.
Sei bloccato.
Per tutto questo tempo ho sempre pensato di essere io quella coi problemi. Che quella maledetta casa mi avesse rovinata. Pensavo di essere io. E invece no. Invece eri tu. Sei sempre stato tu."
Era colpa sua.
Era lui a caricarsi quel peso sulle spalle.
Trovava colpe e responsabilità ovunque cercasse e se le teneva strette.
Non ero io a non credere in lui, era lui a non credere in se stesso.
Volevo continuare a seguirlo. Volevo gridargli in faccia. Volevo che vedesse quello che vedevo in lui. Ma non lo feci, perché come potevo lottare per lui se non era disposto a lottare lui per primo per se stesso?
Quindi feci una cosa che non avrei mai pensato di fare.
Richiusi la porta alle spalle di Rider.>>
Rider riuscirà a sbloccarsi? Riuscirà a diventare vero? Capirà di essere un lavoro in corso con un progetto finito come destinazione? O si arrenderà al silenzio di cui è succube, come lo era anche Mallory, da anni?
 
Il finale sarà una fine che in realtà è solo un nuovo inizio e che lascerà il lettore a corto di parole e con la riserva di lacrime prosciugata.
 
LA MIA OPINIONE
 
Per alcuni di noi c'è una persona più importante delle altre.
Una persona che ci ha influenzati più di chiunque altro.
Per la protagonista di questo libro, però, non esiste una sola persona e al termine della sua storia la scrittrice si augura che il lettore possa capirne il perché.
Per comprenderlo è necessario che la protagonista cominci a raccontare dall'inizio ed è su questa piccola grande idea che si basa "Il problema è che ti amo".
Per Mallory ogni singola persona è stata ed è tuttora fondamentale: chi ricopre un ruolo importante nel suo passato e l'ha resa la donna che è oggi, chi l'ha abbandonata dandole inconsapevolmente l'occasione di avere una vita vera e felice, chi l'ha raccolta come un gatto abbandonato e l'ha portata con sé, standole vicino nel suo percorso di ripresa dai traumi subiti di quando era piccolina, chi l'ha persa e poi ritrovata, chi piano piano si èfatto strada nella sua corazza quasi indistruttibile, insomma, Mallory è grata ad ogni singola persona della sua vita, perché senza tutte loro non sarebbe mai ciò che è divenuta con il tempo e compiendo le scelte secondo lei più corrette.
La nostra identità, come afferma Mallory, viene plasmata da una serie di persone ed eventi.
 
Questo libro affronta temi molto delicati, quali la violenza domestica, l'uso eccessivo di alcool e sostanze stupefacenti, la criminalità locale che porta anche a sparatorie nel bel mezzo di un pomeriggio soleggiato all'interno di uno di quei quartieri dimenticati dallo stato americano, le ripercussioni a lungo termine degli abusi su minori, la morte, la vita e gli effetti collaterali del dolore.
Jennifer Armentrout nei ringraziamenti, al termine della narrazione, afferma che scrivere un libro che tratta di queste tematiche non è stato affatto semplice e che si è dovuta addentrare in un mondo al quale molte persone non vorrebbero neppure avvicinarsi.
Un mondo in cui qualcuno vorrebbe tanto credere che le esperienze vissute da Mallory e Rider siano pura fantasia.
E che non è stato facile rappresentare in modo efficace il prezioso lavoro compiuto dai servizi sociali dedicati a proteggere i figli di ogni lettore genitore, senza però dimenticare che moltissimi bambini, purtroppo, passano attraverso le maglie di un sistema perennemente a corto di fondi e di personale.
 
Mallory è diversa da qualsiasi altro personaggio con cui avessi mai avuto occasione di confrontarmi, leggendo un libro e grazie a lei, e al talento della scrittrice, ho capito che c'è un po' di "Pesce" in tutti noi e che esistono persone con la straordinaria capacità di accorgersi che ognuno di noi ha qualcosa da dire, ha una voce e che vale la pena ascoltarla.
 
Ho avuto modo di immergermi a pieno nella vicenda sin dalle prime pagine e ben presto mi sono ritrovata al capolinea anche di questo libro, con le lacrime agli occhi, il sorriso a incurvarmi le labbra, un luccichio negli occhi e una nuova consapevolezza interiore.
Pochi libri sono in grado di narrare di più argomenti seri, di spessore e differenti tra loro e di riuscire, nonostante ciò, a legarli indissolubilmente in modo da crearne un libro contornato da una vita quasi normale da teenagers e "Il problema è che ti amo" è uno di questi.
Dall'esterno potrà risultare un libro banale, un semplice romanzetto Young Adult, e invece no, com'è che si dice? Mai giudicare un libro dalla copertina.
 
Un particolare mi ha colpito più di ogni altro aspetto letterario presente all'interno del volume: l'ordine con cui la scrittrice fa affrontare il tutto alla protagonista e la fluidità con cui i pensieri del personaggio principale si affiancano a quelli degli altri personaggi che contornano la vicenda.
E sapere che Mallory Dodge esiste davvero, che questa ragazza ha prestato il suo nome a Jennifer Armentrout mi lascia di stucco, perché quelle parole scritte su della carta profumata e rilegate in un romanzo rosa assumono maggiore importanza e consapevolezza che al mondo c'è davvero gente come Mallory e Rider, che ha passato le loro stesse pene se non peggio e che il lettore, per il semplice fatto di poter leggere di loro deve ritenersi fortunato e ringraziare per quello che ha.
 
Esattamente come Mallory ho realizzato che anche io, a livello personale, ho ancora molto da fare e che spetta unicamente a me portare a termine il lavoro, che la felicità me la devo creare io, anziché aspettare che sia un'altra persona a farlo.
E' la mia voce che deve farsi sentire e quella di nessun altro.
Sono io a dover tagliare la mia linea personale ed immaginaria del traguardo e quando mi sembrerà che non ne valga la pena sono io che devo ricordare a me stessa che quell'emozione non durerà per sempre.
Per sempre.
A queste due parole ho sempre risposto sulla difensiva con un banale "niente è eterno, un giorno moriremo tutti e con noi anche tutto ciò per cui abbiamo lavorato sodo", ho sempre creduto che non esistesse un per sempre, ma ora so che questo esiste e che non ne devo essere terrorizzata.
Per sempre non sono le sofferenze, il passato, il presente, il futuro, le emozioni, le persone o i legami.
Per sempre è il battito del mio cuore e la speranza del domani.
Per sempre è il lato positivo nascosto dietro ad ogni situazione scomoda e brutta.
Per sempre è avere la consapevolezza che i momenti di debolezza non dureranno in eterno.
Per sempre è sapere di potercela fare.
Per sempre è semplicemente la promessa di qualcosa in più, che può arrivare come no.
Per sempre è un lavoro in corso.
Siamo tutti un lavoro in corso, un costante cambiamento.
Siamo tutti un per sempre.
 
Ringrazio Jennifer Armentrout per aver dato vita ad un capolavoro e spero tanto che Mallory, Rider e tutti gli altri possano comparire in un altro suo libro.
 
GIUDIZIO
 
 
 
 
DOMANDE LIBROSE
 
Mi piace moltissimo interagire con voi miei lettori, perciò vi lascio qui qualche domanda riguardante il libro, chi fra voi l'ha letto è invitato a rispondermi nei commenti sotto al post, sarò felicissima di rispondervi!
1. Personaggio preferito e perché.
2. Anche tu, esattamente come la scrittrice, credi che ci sia un po' di "Pesce" in ognuno di noi? Perché?
3. Mallory Dodge. Che ne pensi di lei?
4. Rider Stark. Che ne pensi di lui?
5. Parliamo della crudeltà della scrittrice. Concordi con la sua scelta di porre fine alla vita di Jayden? Io no! Che ingiustizia! Jayden era il mio personaggio preferito! *si dispera*
6. Credi al "per sempre"?
7. Ti è piaciuto questo libro? Se si, perché? Se no, perché?
8. Voto da 1 a 5 stelle per questo volume?
 
 
La recensione è giunta al termine, non dimenticare di mettere un G+1 e di iscriverti al blog come lettore fisso!
Per qualsiasi dubbio o scambio di opinioni librose in merito a "Il problema è che ti amo" o a qualsiasi altro argomento libroso, non esitare a scrivermi nei commenti qui sotto!
 
Alla prossima recensione! :)
 
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