Bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri! (:
Maschere, persone separate che convivono sottopelle e confessioni soffocate in un'unica persona...il compito di uno scrittore è scovarle una ad una, conferendogli un'identità e un legame che ne permetta la simultanea convivenza.
Non tutti però sono nati per maneggiare una penna come se si trattasse di una lente d'ingrandimento per l'anima.
LA COPERTINA
Accade in un attimo, gli occhi si posano su uno sconosciuto e vengono attirati da un particolare che può sembrare insignificante, pur essendo rivelatore, e da quel momento è possibile comprendere persino le sfumature più oscure di un'anima che, per qualche stramba ragione, è affine alla propria.
Un'ombra non è solo un disegno scuro se a colorarla è un rosso acceso che promette tanto e forse non mantiene nulla.
LA TRAMA
Fino a quel momento la sua vita lavorativa era stata un mezzo disastro, aveva fatto un po' di tutto, dal corriere al manovale al porto.
Poi, quasi per caso, si ritrova nella redazione di un piccolo quotidiano che ha cambiato proprietà e che cerca di dare una scossa alla sua linea editoriale attraverso nuovi inserti, commenti, rubriche.
Dopo l'immancabile ''gavetta'' e soprattutto grazie all'aiuto di un collega esperto, il giovane protagonista scopre di avere il fiuto e il talento per scovare e piazzare in cronaca veri e propri reportage che incontreranno il gradimento dei lettori e della redazione.
Per il ragazzo finalmente sembra filare tutto liscio ma, come è noto, il diavolo si annida nei dettagli e la realtà non è solo come appare.
Cosa vuole veramente da lui la bella signora dal soprabito rosso moglie del direttore del giornale? La ricerca delle notizie è solo un esercizio giornalistico o qualcosa di più profondo di uno scoop?
Lo scorrere degli avvenimenti porterà il giovane reporter a misurarsi con un percorso di lavoro e di vita costellato di ostacoli spesso destabilizzanti, ma ricco di esperienze umane e formative.
IL LIBRO
Titolo: La bella signora dal soprabito rosso
Autore: Paolo Del Conte
Editore: Oltre Edizioni
Pagine: 176
Versione cartacea: €16,00
Versione digitale: -
Genere: narrativa
Scrittura: sono stata una, nessuna e centomila al contempo...
Non capita spesso di ultimare la lettura di un articolo e non ricordarsi il nome del protagonista ma, se ad essere riportati in prima pagina è il proprio io affiancato dalle sue mille sfacettature, allora tutto cambia e nulla si spiega.
LA RECENSIONE
"La bella signora dal soprabito rosso" è l'indagine che appura quanto una persona possa reggere il confronto con svariate caratteristiche contrastanti del suo interiore e convincersi di essere chi in realtà non potrà mai diventare, fingendo persino con se stesso.
Peter per la madre, Pietro per l'anagrafe ed il pronome lui per la platea lettrice, è un italiano medio assolutamente nella media poiché disoccupato e attore.
Interpretare i mestieri disponibili in momento di crisi, che dura giusto da un po' più di un attimo, non sembra averlo aiutato o forse è lui a non essere abbastanza bravo nel vestire i panni di più figure professionali nel giro di qualche mese, rinchiuso in un contratto a tempo espressamente determinato come da copione.
In un Paese dove tutto gira al contrario, come l'acqua dello scarico nel continente dei canguri, l'amico di un amico possiede le doti di regista utili a far ottenere una parte persino all'attore più incompetente.
Fingersi un reporter all'interno di una piccola redazione non dovrebbe essere così difficile, specie se le scene hanno luogo all'interno di un ufficio alla ricerca di un altro cognome da aggiungere alla lista dei necrologi del prossimo numero in stampa.
Un defunto tira l'altro e dopo la morte, c'è chi ci crede e chi un po' meno per non rifilare un secco no, ha inizio la vita eterna e l'occasione della sua vita, se non altro professionale, giunge come un angelo che spalanca le porte permettendogli di guadagnarsi maggiore spazio nella testata giornalistica.
Il nero dell'oblio lascia spazio a quello della cronaca, nel primo tentativo di riempire qualche riga sulla carta che macchia le dita.
Pietro comincia a intendere il potere della parola e permette di entrare alla voce della gente che ha qualcosa da raccontare, degno di essere impresso su carta e nell'anima di chi legge oltre che alla propria.
Vestire i panni del reporter non basta più, perché il suo mestiere si sedimenta all'interno della sua persona e i vestiti vengono quindi abbandonati a terra, accanto a due gambe semi nascoste da un soprabito rosso.
Un cliché. C'è sempre una figura che complica le vicissitudini, spesso e volentieri una donna misteriosa e distante, tanto da sembrare inafferrabile.
Non è davvero possibile stringere i lembi del cappotto colorato, che sfugge al reporter, pur essendogli sempre alle calcagna.
Pietro si arrende completamente al turbinio di eventi che scatena il passaggio della moglie del capo, anche se non è chiaro che cosa lei voglia da lui.
Report dopo report, il colore della veste è sempre più vivido fino a che...non cala il sipario.
NEL LIBRO
La mia solitudine veniva a galla in quei momenti.
Volevo scoprire il lato oscuro del mio cuore e vagare senza meta nel mio malessere.
Era la mia realtà e la vivevo così.
...
Il tempo sembrava non passare mai.
Mi sono allontanato, come per guardare da una prospettiva diversa, più distaccata, tutta quella storia.
...
Ma sapevo ormai che una volta raggiunta la meta è da sciocchi sedersi sugli allori, perché nella vita non si arriva mai veramente, il viaggio prosegue domani...
LA MIA OPINIONE
Può accadere di leggere qualche frase e non comprenderne il senso, dovendo ricominciare dal principio del periodo così come succede per un'intera pagina, finendo per prendere coscienza di non aver afferrato il concetto dell'intera narrazione.
Proprio ciò che ho riscontrato terminando il manoscritto, anche se la magia si cela nel nulla...poiché non capendo niente, si possiede la chiave di lettura della lettura stessa.
Pur non incontrando i miei gusti letterari ho voltato l'ultima pagina, impaziente di conoscere l'epilogo dei fatti di cronaca reale giornalistica narrati e le intenzioni della sfuggente lady vestita di rosso, quasi come se fosse in incognito e sotto non portasse alcun vestito perché desiderosa di mostrarsi per la strana creatura che è.
"La bella signora dal soprabito rosso" mi ha affascinata per la presenza degli articoli di giornale di Pietro, che offrono uno scorcio all'interno dell'anima di chi parla, chi scrive quelle parole e chi le legge, ovvero della mia.
Anche la cinta che lega il soprabito è rossa, due mani sciolgono il nodo che la tiene chiusa e...nulla è come sembra pur essendo tutto e coinvolgendo tutti.
IL MIO GIUDIZIO
Alla prossima recensione!
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