Bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri! (:
La chiave che apre la porta della felicità si cela tra le voragini del proprio cuore e non c'è dubbio riguardo il dolore che si prova nel cercarla, ricorrendo ad un coraggio innato nell'intento di divaricare quelle ferite per fare spazio, così da poter immergere le lunghe dita di una debole mano che merita di essere stretta.
LA COPERTINA
Una porta chiusa.
Un istante composto di vari frammenti appartenenti a molteplici realtà.
In una dimensione la mano afferra la maniglia, mentre nell'altra si ha troppa paura di scoprire cosa ci attenderà dietro quell'uscio serrato.
In un sogno, invece, basta semplicemente sfiorare la superficie, indecisi sul da farsi, per entrare nel proprio io e scoprire quanto questo possa essere sconosciuto.
LA TRAMA
Alla Locanda dei cuori in sospeso chi si sente spezzato si può ritrovare.
Non è un luogo di riposo e nemmeno di incontro, ma un luogo di ritorno, da cui si può raggiungere di nuovo il punto in cui tutto ha avuto inizio, lontano fino a dove si spinge il cuore.
Le vite, qui, sono come film in soggettiva: basta riavvolgere il nastro e ripercorrere il passato per trovare le risposte che si cercano. Le nostre scelte, d'altronde, nascono tutte in quello che abbiamo vissuto.
Una ragazza spezzata si risveglia in una camera della locanda, senza ricordare chi sia e da dove venga, ma al suo fianco Celestecielo è lì per aiutarla, per mostrarle quello che da soli, senza cambiare prospettiva, non è possibile vedere.
Le due scopriranno di avere molto in comune: la vita di Celestecielo non è mai stata semplice da che è nata, e quello per Nottenebra, che si illude di poter cambiare, è un amore tossico da cui non riesce a fuggire.
Ma si sa, spesso l'amore che pensiamo di meritare è lo stesso che abbiamo ricevuto o che non ci è mai stato dato. E così, pensiamo di amare una persona e invece finiamo per vedere solo una parte di lei, quella che, in qualche modo, ci ricorda qualcosa di familiare, che sia una casa in cui abitare o un inferno da sistemare.
IL LIBRO
Titolo: Donne che ci credono ancora
Autore: Mattia Ollerongis
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 183
Edizione cartacea: €12,90
Edizione digitale: €7,99
Genere: narrativa, romanzo contemporaneo
Scrittura: pagina dopo pagina, Oltreoceano mi sussurrava "vieni qui, ti abbraccio io".
LA RECENSIONE
"Donne che ci credono ancora" è scegliere di leggere quell'ancora, piuttosto che tracciarvi una linea indelebile sopra.
Celestecielo è ciò di cui è composta l'anima, nient'altro che una distesa celeste che potrebbe svelare una luna pallida, due attimi prima del tramonto o annuvolarsi da un momento all'altro, impedendo la visuale anche del più minuscolo spiraglio di luce.
Una stretta di mano che racchiude passato, presente e futuro in un soggiorno inaspettato tra le mura della Locanda dei cuori in sospeso dove c'è tutto il tempo, di cui non si dispone, per rimettere insieme i propri pezzi e comprendere come non creare altre crepe, destinate a sgretolarsi in muscoli frammenti polverosi.
I demoni del passato sanciscono il Ciel del presente, piuttosto oscuro e dominato dal ricordo di uno sguardo che non ha mai voluto incontrare quello di questa creatura minuscola, così simile a lui, che per venire al mondo ha ucciso il suo Coeur.
Gli stessi occhi che ora guardano Celeste e tentano invano di amarla, perché non vi è speranza per gli asognanti, comunque si cerchi di far incastrare i propri tasselli ai loro.
Le palpebre si chiudono stanche e riposano sul petto di Oltreoceano, il quale anni prima aveva incastonato il proprio sguardo in quello di una bambina, in compagnia di un signore intento a piantare un bulbo in un parco variopinto di tulipani, mentre leggeva libri da grandi per riuscire a dare un senso al grigiore con cui si scrive la parola adulto.
Geneviève è il volto dell'anima, ignara di quale piega abbia preso la propria esistenza, nonché il proprio cuore ormai disintegrato da un amore che l'ha letteralmente tramortita sin dal primo istante.
Faccia a faccia con il proprio io, Celestecielo, in una stanza buia con il pavimento bagnato da delle lacrime che non ha mai pianto e che le riempiono il vuoto creato dalle mancanze che coltiva, esattamente come il signor Santorini coltiva per promessa la sua tristezza riempiendola di colori per bilanciare l'oblio.
Non ricorda nulla prima dell'attimo appena trascorso in cui ha messo a fuoco le mura dalle quali Celestecielo ed una donna la costringono ad uscire per smettere di sbatterci testa, cuore e anima contro ed aprire davvero, finalmente, gli occhi.
Vengono commessi molteplici errori nel corso della vita, finché non si sceglie di andarsene.
La porta, a quel punto, si spalanca e Coeur saluta Celestecielo e Geneviève, grata.
NEL LIBRO
La felicità è un rischio. L'amore è un rischio.
Affidare il proprio cuore a qualcuno, le proprie vulnerabilità, ogni difetto, ogni crepa, ogni piega del passato, è un dannatissimo rischio.
Ma non puoi limitarti a osservare e basta. Non puoi metterti in disparte per paura di farti male.
Un po' di vita merita di essere assaporata. Almeno una volta. Anche due, volendo.
L'errore di Celestecielo e di Geneviève non è stato quello di provarci, di buttarsi, di rischiare per la prima volta. No.
Il loro unico errore è stato quello di non capire che a un certo punto non c'è vergogna a tirarsi indietro.
Anzi, è un atto doveroso per salvaguardare ciò che rimane, per portarti tutto il rispetto che meriti e che non ti è stato dato.
L'errore più grande è pensare che se hai investito tanto in una relazione ormai sei condannato a restare.
Ma tu non sei destinato a una persona.
Tu sei destinato a scegliere se restare o meno con quella persona.
E' ben diverso.
E se non funziona. Se hai dato tutto e non funziona.
Be', che altro vuoi fare?
LA MIA OPINIONE
Chiunque possiede un sogno, utilizzare le parole per sistemare le persone è il desiderio espresso a Celestecielo di Mattia Ollerongis, realizzato due attimi prima del tramonto, quando la luna fa la sua timida comparsa in cielo e si è troppo presi dalla vita per decidere di fermarsi ad ammirarla.
Nel corso delle pagine, così come dell'esistenza, si vestono i panni di Celestecielo, della signora che tende la mano per condurre in dimensioni e attimi importanti, degli asognanti, del signore dei tulipani, di Oltreoceano e di Nottenebra, nonché di Geneviève per finire ad agitare in aria la mano con le lacrime agli occhi di Coeur.
Ogni verso, ogni parola, ogni lettera sono fondamentali per compiere il viaggio attraverso i molteplici punti di vista che si incontreranno in un unico punto di fuga, dove proprio essa può essere contemplata.
Indosso lo sguardo di Oltreoceano, in cerca di risposte nel prossimo soggiorno presso la Locanda dei cuori in sospeso, il mio.
LA MIA OPINIONE
Alla prossima recensione!
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