2021-01-18

"L'ULTIMA PRIMAVERA DEL SECOLO" di DOMENICO IPPOLITO

Bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri! (:

L'adolescenza è quel periodo della vita che, al solo pensiero, fa venire la nausea.
Ad un certo punto ci si ritrova, chissà come e per quale motivo, senza cintura a bordo di una montagna russa pericolosissima...il senso di vertigine e smarrimento costringe lo sguardo fisso davanti a sé senza accorgersi di cosa stia capitando intorno, venendo così coinvolti nelle famose prime volte e negli errori che ne conseguono.
Crescere è una guerra interiore combattuta contro il proprio io che evolve e pretende di emergere, anche a costo di uccidere il bimbo innocente ed eterno che è in ognuno di noi.

LA COPERTINA

Capita che un giorno si inizi a desiderare l'impossibile, giungendo all'ultima primavera di un periodo della vita destinato a venir lasciato alle spalle.
Un fatto rilevante, una persona speciale o la semplice forza interiore innescano la voglia di correre dietro a questa nuova sensazione...magari a bordo di una bicicletta, seguendo la scia di un aereo che scompare veloce tra le nuvole per raggiungere luoghi sconosciuti.

LA TRAMA
Il ventesimo secolo, che ha già visto fiumi di sangue sgorgare dalla follia umana, si chiude con l’ennesima guerra.
Per intervenire nel conflitto in Kosovo, dalle coste della Puglia decollano gli aerei della N.A.T.O. a sganciare bombe sui Balcani: per mettere fine alla morte, ancora una volta si semina morte.
Finita la terza media, Fabio deve affrontare una guerra personale, non meno incerta, violenta e carica di insidie: quella per diventare adulto.
Mentre dalla sua terra osserva ali armate solcare l’Adriatico, è costretto a compiere scelte destinate a cambiare in modo radicale la sua vita.
Saprà destreggiarsi tra i saggi consigli della professoressa di lettere, la severità del padre, l’affetto della madre e le pericolose tentazioni, figlie di un ambiente sociale degradato?
Sarà capace di gestire le esplosioni emotive del suo cuore, distinguendo l’amore dall’infatuazione e l’amicizia dalla convenienza?

IL LIBRO
Titolo: L'ultima primavera del secolo
Autore: Domenico Ippolito
Editore: Aporema Edizioni
Pagine: 224
Versione cartacea: €13,90
Versione digitale: €2,79
Genere: narrativa
Scrittura: il fatto rilevante che mi ha spinta a bramare l'irraggiungibile a bordo di una bicicletta che non so nemmeno condurre, ma che sono certa mi porterà lontano.

LA RECENSIONE
"L'ultima primavera del secolo" è la prova del fatto che una guerra non sarà mai davvero finita finché vi saranno superstiti, costretti a viverla ancora più e più volte macchiandosi le mani di rosso.

Fabio è al suo primo conflitto.
Cresciuto in una famiglia del sud dalle vedute ristrette, dalla mancanza di iniziativa e nuovi orizzonti da lasciare alla generazione del futuro, il ragazzo ha sempre voluto ciò che può avere.
Varcata però l'uscita delle scuole medie di Acquaviva, Fabio sente crescere in lui il desiderio di allontanarsi di qualche chilometro per frequentare il liceo scientifico di Gioia del Colle, cittadina poco più grande della sua e che gli permetterebbe di allargare i propri orizzonti, sebbene la volontà dei genitori protenda per la scelta più ovvia e sicura dell'istituto professionale di ragioneria del paese.
Sicuro di un loro cambio di posizione, Fabio sale a bordo della Golf avvolto nella sua nuova camicia elegante, diretto alla festa di compleanno di un suo compagno di classe dove sono stati invitati anche alcuni professori, uno in particolare, che parleranno ai suoi genitori orientandoli senza alcun dubbio sul cammino per Gioia.
L'uomo che avrebbe contribuito alla svolta decisiva non si presenta, gettando il futuro liceale in uno sconforto tale da spingerlo ad allontanarsi dal chiasso gioioso per ammirare il tramonto del giorno che avrebbe potuto finalmente concedergli l'occasione che attende da tutta la vita...

Martina pare essere la persona speciale che convince Fabio a salire in sella della sua bicicletta alla volta di un'alba diversa dalle precedenti.
Figlia del famoso avvocato Abruzzese e residente a Gioia del Colle, la ragazzina si è ritrovata a dover vivere un anno prima degli altri sfidando la sorte e la famiglia che per niente al mondo le permetterà di iscriversi al liceo artistico, abbandonando la sicurezza di una futura carriera degna di essere definita tale.
Lontano dagli schiamazzi degli invitati alla festa di suo cugino, siede all'ombra di un albero disegnando i tratti di un ragazzo che pensa di conoscere pur essendole estraneo e che le ha rubato il cuore, rischiando un giorno di farlo smettere di battere.
ll suo primo amore forse può essere questo bambino che l'ha tratta in salvo dalla malvagità di due fratelli pronti a torturare lei come stanno facendo con la carcassa di un animale, eppure il profilo del ragazzo di strada che era intenta a ritrarre poco prima la attira di più provocandole una tachicardia che la fa sentire viva come non lo è mai stata.
Nell'attesa che il soggetto del ritratto possa accorgersi di lei, non c'è nulla di male a condividere un panzerotto e del vino con il suo salvatore da morte certa per mano di un bastone imbrattato di sangue.

Una lucciola sul riflesso dell'acqua illumina il volto di due bambini ormai decisi a crescere e muovere i primi passi da soli, dandosi a vicenda la spinta necessaria a iscriversi nei licei dei loro sogni, costi quel che costi e promettendosi di scambiarsi un saluto ogni tanto nei corridoi della scuola.
L'estate sta ormai giungendo agli ultimi raggi caldi, quando il tabellone dei futuri alunni delle classi prime del liceo scientifico rivela il successo di Fabio e Martina, entrambi presenti nell'elenco.
Non importa se sono trascorsi mesi da quella sera magica e se la ragazza è sparita senza lasciare traccia, lui finalmente la rivedrà.

Ogni adolescenza coincide con la guerra e quella scoppiata in Kosovo nel 1999 è il conflitto che tormenta gli anni scapestrati di Fabio e Martina.

I caccia militari si alzano in cielo proprio a Gioia del Colle e il treno di Acquaviva sembra essere l'unico mezzo che può permettere al ragazzo e al migliore amico Alessio Loiacono di vedere la guerra alzando semplicemente il naso all'insù.
La comparsa in stazione di una Vespa, con la marmitta modificata e Beppe Loiacono a bordo, facilitano l'ardua impresa di avvicinarsi al filo spinato che delimita la pista di decollo di aerei destinati a seminare morte al loro passaggio nel cielo.
Dopo quella sera la malvagità dell'uomo, sentita nel rumore assordante dei raid, avvolge l'anima di Fabio che senza nemmeno accorgersene si trova invischiato in loschi giri con Beppe e il suo compare Sante, ex carabiniere ancora armato di pistola e distintivo in funzione di passe partout.

La dura realtà di una cittadina del sud induce spesso giovani ragazzi ad unirsi a scorribande e clan dove la droga è il sommo supremo e seduta a uno dei tavoli della pizzeria di Gioia del Colle, durante le cene estive in compagnia della sorella Tiziana e dei rispettivi amici, Martina osserva l'altro lato della strada controllato da un pezzo grosso dello spaccio, invaghendosi di uno dei tirapiedi che ritrae nel suo taccuino.
Non si decide di chi innamorarsi, accade e basta.
Il cuore di Martina batte per un malvivente che forse lei potrebbe curare, insegnandogli ad ascoltare il rumore del proprio cuore e non quello degli spari.

Fabio e Martina sono corsi incontro al pericolo, destinati a cadere da molto in alto sfracellandosi.
Le ferite sono destinate a divenire cicatrici da accarezzare e a far parte di noi per sempre.
Fabio riuscirà mai ad accarezzarle e Martina a farle carezzare da qualcuno?

NEL LIBRO
L'attesi a lungo fuori, ma ne valse la pena: quando mi raggiunse aveva un sorriso raggiante, sembrava che avesse indossato il mare.
...
Chiusi gli occhi: Martina e la sua frangetta comparvero nella mia immaginazione.
Se fosse stata lì, stavolta le avrei davvero raccontato tutto.
"Non sono affatto un eroe. Ho qualche macchia anch'io".
...
Ciò che potevo fare di fronte a un amore non scelto, è sperare di sopravvivergli.

LA MIA OPINIONE
Si dice spesso che un libro non va giudicato dalla copertina eppure non ne sono mai stata molto convinta, fino a quando ho voltato con incertezza la prima pagina de "L'ultima primavera del secolo".
Chi legge Lamiavitasonoilibri da tempo sa quanto io sia devota al genere rosa e restia ad avvicinarmi ad altri generi letterari, nonostante questo mio grande limite sono uscita dal guscio lottando contro me stessa e ringrazio Aporema Edizioni per avermi ritenuto degna di un simile manoscritto, convinta mi avrebbe intrappolato tra le sue righe.

Domenico Ippolito si è insinuato tra le mie ferite, cucendole con le sue parole e rendendole meravigliose cicatrici che lui stesso, attraverso Martina in particolare modo, mi ha insegnato a toccare senza il timore che possano fare nuovamente male.

Non capita spesso di avere difficoltà a recensire un libro per una book blogger, in quanto spinta dal desiderio bruciante di parlare delle proprie letture, eppure "L'ultima primavera del secolo" è uno di quelli.
Se solo ripenso alle numerose sottolineature mi si accappona la pelle...una vera e propria guerra di parole si nasconde nelle pagine di questo volume e dargli voce in maniera diversa da come vi è riuscito l'autore non gli renderebbe affatto giustizia.
Fabio ammirava i caccia militari con il naso all'insù e io ho ammirato, attraverso lui, le parole di Domenico Ippolito a bocca aperta.

La guerra non è finita per me e, d'ora in avanti, la penna di Domenico sarà una fedele arma con cui affrontarla.

IL MIO GIUDIZIO






Alla prossima recensione!

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