2021-05-11

INTERVISTA A GIORDANO ALFONSO RICCI

 


Bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri, in compagnia di un ospite speciale...Giordano Alfonso Ricci! (:

Terminata la lettura de "Come le ali del pettirosso", le curiosità erano talmente tante da indurmi a scrivere allo scrittore a tarda ora, travolgendolo di domande e ottenendo particolari mai rivelati prima, secondo Giordano stesso.
Una chiacchierata librosa di svariate ore, talmente coinvolgente da dover essere assolutamente trascritta sul blog, svelando un dietro le quinte inedito della prima uscita edita Sága Edizioni.

N.B. Lamiavitasonoilibri consiglia questa lettura solo al termine del libro e vi avverte della presenza di spoiler.

L'INTERVISTA
Ho appena assistito all'ultimo volo del pettirosso.
Che dire? Non mi aspettavo un viaggio così turbolento e tantomeno un finale così mieloso!
Vabbè mieloso no, porello.
Diciamo che il libro finisce sulla zattera. Anzi...davanti al carcere in Colombia.

Ho cercato di cogliere il senso del titolo per l'intero libro e sono stata felice di averlo scoperto solo alla fine, ha dato la giusta importanza alla narrazione.
Si, poi alla fine volevo che, chiudendo il libro, il lettore pensasse che quello potesse essere l'unico titolo possibile.

Augusto D.B., sorge spontaneo, esiste davvero?
Augusto...eh...diciamo che conosco uno che gli somiglia molto.
E poi, coincidenza, il cognome di mia nonna è Di Bartolomeo.
Poi, sempre quello che conosco...pure lui viene dal Venezuela, da una famiglia di emigranti.
Me sa che hanno la stessa casa anche e pure lui ha salvato un pettirosso.
Non sarà che oltre alla coincidenza, con Augusto tu condivida anche la stessa storia?
(Sono curiosa e un po' impicciona, lo so)
Diciamo che il tipo che conosco non si stupirebbe se qualcuno bussasse alla porta per dire "ciao, sono tua figlia".

Questo "tipo che conosco" rimarrà anonimo e la mia curiosità si sta dirigendo quatta quatta in un angolino.
Tipo piuttosto orso.
Altri indizi?
Il mio conoscente si fa fare le camicie a Carsoli, ha una governante rumena e una segretaria quasi sorella.
Insegna, ha un amico avvocato di nome Nicola ed un passato nell'esercito e forse in altro, non lo so.
Boh...che altro? Ah si...ha l'età di Augusto e fa il piacione come lui.

Io in testa continuo ad avere il volto che mi sono creata di Augusto D.B..
E com'è? Perché io i volti non li descrivo mai apposta, mi interessano le personalità e non i volti.
Questa è una caratteristica che ho apprezzato tantissimo.
Non so perché, ma Augusto D.B. cambia volto in base alle scene descritte.
Quando si è parlato del suo passato, specie nell'esercito, ho visto la fototessera sbiadita di mio nonno, con il suo sorriso giovane, davanti agli occhi.
Quando discuteva con Rodica immaginavo un volto segnato dal tempo, con le rughe di un sorriso che fatica ad uscire.
Quando veniva descritto con il cappellino mi si è parata davanti, a contrasto, una delle tue foto postate.
Augusto è un po' tutti e al contempo nessuno, ai miei occhi.
Esattamente la cosa che volevo e le hai azzeccate tutte.
La migliore rimane con il cappellino e la barba incolta, mancavano solo gli occhiali da sole!
Ti manca quando ha la barba...ah ecco, stavamo scrivendo la stessa cosa!

Nonno però non riesco proprio a vederlo, sai?
Manco io, c***o.
Come lui, che non riesce a farcisi chiamare!
Però aveva un senso quella costruzione, che forse non è immediata.
Il senso è che la vita di dà sempre una seconda opportunità per non fare gli stessi errori e, se hai imparato da questi, sai come devi affrontare la tua seconda opportunità.
Per questo il finale è un po' Harmony, in realtà è molto più cinico di come appare.
Qui c'era un po' di Padre Mariano.
Lui e Carlos sono i miei preferiti.
Carlos mi è piaciuto un sacco, specie quando porta da mangiare ad Augusto e lo chiama "ottimista".
La morale la dà proprio Padre Mariano con la metafora del bivio.
E si, ammetto, "ottimista" piace anche a me.
Volevo fare due cose in questo libro: dire del Venezuela, parlare di come la vita dispone, ma che certi risultati sono il frutto delle nostre scelte e di come male e bene spesso si confondono.
Padre Mariano salva bambini e donne, con soldi sporchi.

Poi una cosa, Augusto non usa la Glock, ma non avrebbe esitato a farlo per necessità.
E la getta nelle acque prima di arrivare davvero in Colombia, a pochi passi dal confine. Quel gesto non è passato inosservato.
Come aveva detto Carlos, "non prima e non dopo".
Nella mia testa voleva significare che quando ci si mette in gioco, non per se stessi, tutto va considerato possibile e la ragione può essere liberata solo quando l'ultimo a cui tieni è in salvo.
E la protezione verso Mila, specie nella traversata lungo la catena montuosa.
In quell'abbraccio c'è l'intero loro percorso.
Lì diventano padre e figlia. 
C'è una cosa poi, lui getta il test del DNA senza leggerlo, non gli serve più.
Ecco, te lo stavo scrivendo!
Ahah, so che molti perderanno quel passaggio, ma il libro è in quel gesto.
Pure la liaison con la Marini doveva avere un epilogo di quel tipo, sennò se incasinava de brutto.
Giusto finale, sanno ciò che poteva essere e che non sarà.
Lei è una tostissima.
Lei di brutto, mi piace un sacco come anticipa le mosse di Augusto.
Si, ma lui aveva capito che Anna fosse dei Servizi, già al Consolato o forse alla Farnesina.
Anche Augusto aveva "frequentato" l'ambiente e sapeva le regole.
Non era un caso che nessuno alla Farnesina conoscesse la Marini e che lei fosse sempre dove doveva essere.
Non ha letto la mail perché ne conosceva già il contenuto.
In realtà, chi si occupa di recuperare italiani in difficoltà, sono gli agenti dei Servizi.

Chi mi è rimasto nel cuore più di tutti è Elisandro con il suo carretto poi abbandonato.
Avrei voluto camminare al suo fianco e sapere di più su di lui...
"La dignità non è nel tuo carretto, ma dentro di te."
Il carretto è una metafora dei pesi materiali che ci portiamo, li trasciniamo senza vedere la cosa più importante.
C'è un legame tra lui ed Augusto, qualcosa di inspiegabile.
Augusto lo aiuta, perché anche lui si porta dietro un peso inutile.
Elisandro lascia la sua famiglia per aiutare Augusto e lì aveva già gettato il carretto.

A me viene freddo a rileggere la salita sulle Ande.
Vabbè, forse sei la prima con cui parlo di certi particolari.
La salita sulle Ande è stata forse la scena con più impatto, dopo le aggressioni perpetrate a Mila all'INOF e l'attesa della chiusura delle sbarre, preceduta dal suono dell'allarme e dopo la bambina della parrocchia, che continua a non usare le scarpe.
Beh, a me anche la scena a Petare mi mette i brividi.
Sono entrato a Petare molti anni fa.
L'entrata soprattutto e, senza dubbio, la mamma di Carlos e Izarra.
Si, volevo dire che anche un criminale ha una madre in pena per lui.
Petare, dal vivo, è come nel tuo libro o più dura come realtà?
Quando ci sono stato, ero "accompagnato"...è un posto assurdo dove coesiste il bene e il male.
Però il Venezuela è bellissimo.

Comunque Augusto so io.
Colpo di scena!
Pure la stessa marca de sigari.
Io quando scrivo saccheggio sempre la mia vita e la mia tabaccaia, nel libro, sta proprio in quella via!
Jelena si chiamava Marija, ma...è viva.
Sorge spontaneo, il finale Harmony tra te e Marija c'è stato?
No, è come nel libro.
Tranne che non è morta. 
Mila invece?
Mila non esiste...forse.
Ho la sensazione che, prima o poi, succeda qualcosa di simile.
Nel caso avrai una lettrice pronta a leggere quello che sarà, se mai sarà!

Allora, se ti è piaciuto questo, c'è anche "Il pirata col pulcino nel taschino".
Quello per me è anche meglio.
E' duro, al limite. Pensa che dopo non ho scritto niente per quattro anni.
Blocco dello scrittore o ben altro sotto?
Altro. Quel libro mi ha ucciso.
Se lo leggerai, capirai e dopo mi farai domande a raffica!
Hai già individuato il tipo di lettrice assillante che sono!
No, dai. Io sono contento.
Perché a me di vendere libri non me ne f***e na mazza.
Il primo, "La gabbia di seta”, l'ho pubblicato senza neanche rileggerlo...copertina a c***o, gettato lì e ha venduto 13.000 copie in self.
Questo è un libro erotico, che poi scopri essere un'altra cosa. Una trappola. 
Lì mi sono divertito, un'enorme trappola.
In totale ne hai scritti tre o ce ne sono altri?
Tre, ma ne ho una decina nel cassetto, solo che li tiro fuori quando mi gira, pure mai.
E i personaggi non vengono a bussare fastidiosamente?
E' meglio se non lo fanno, so tutti mezzi stronzi.
Uomini e donne, gente imperfetta, né santi né diavoli. Gente, appunto.
Nella gabbia dico cose che pensano tutti e nessuno osa ammettere.
Ma poi, in fondo, io parlo anche di amore. C'è ovunque.
Questo mi è piaciuto tanto, specie anche la sorta di finale romantico per Augusto e la Marini.
La Marini io la amo.
Vabbè quello è come me...mortacci sua!
Beh, la descrizione di Augusto diventa quindi piuttosto modesta.
E so modesto sa'...

Uh, ancora una cosa.
Agnes.
Agnes. O sapevo che lo chiedevi! Pensavo di averla scampata.
E invece!
Diciamo che è vero che Stanika (si chiama così) mi scaccia le zuoccole.
Agnes non è tanto immaginaria, ma continuo a vivere con una zotica rumena.
E' che quella costruzione di vita è impegnativa.
A volte mi pento di trattare male chi non lo merita. E forse ho trattato in quel modo una persona che non lo meritava, ma l'ho fatto per lei, forse perché volevo che trovasse uno della sua età o magari per vigliaccheria, oppure per egoismo.
Era a lei che pensavo quando la mandavo via. Deve trovare un uomo diverso da amare, le passerà.
Se ami, lascia libero chi ami.
Può essere.
Per chi tifavi tu? Marini o Agnes?
Agnes.
Ha vinto lei, ha sbancato proprio.
Quelli come Augusto fanno girare la testa. Succede. Ti potrà succedere nella vita, quando ti capiterà...riavvita la testa sul collo.
L'amore dura un tot tempo e poi finisce. 
Non lasciare a te stessa la delusione di qualcosa che già sai finirà.

L'effetto migliore di un libro è un consiglio riservato e Augusto D.B., ehm, volevo dire Giordano A. Ricci, mi ha fatto proprio un bel regalo.



Al prossimo post! 

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