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2021-05-11

INTERVISTA A GIORDANO ALFONSO RICCI

 


Bentornati nel fantastico mondo de Lamiavitasonoilibri, in compagnia di un ospite speciale...Giordano Alfonso Ricci! (:

Terminata la lettura de "Come le ali del pettirosso", le curiosità erano talmente tante da indurmi a scrivere allo scrittore a tarda ora, travolgendolo di domande e ottenendo particolari mai rivelati prima, secondo Giordano stesso.
Una chiacchierata librosa di svariate ore, talmente coinvolgente da dover essere assolutamente trascritta sul blog, svelando un dietro le quinte inedito della prima uscita edita Sága Edizioni.

N.B. Lamiavitasonoilibri consiglia questa lettura solo al termine del libro e vi avverte della presenza di spoiler.

L'INTERVISTA
Ho appena assistito all'ultimo volo del pettirosso.
Che dire? Non mi aspettavo un viaggio così turbolento e tantomeno un finale così mieloso!
Vabbè mieloso no, porello.
Diciamo che il libro finisce sulla zattera. Anzi...davanti al carcere in Colombia.

Ho cercato di cogliere il senso del titolo per l'intero libro e sono stata felice di averlo scoperto solo alla fine, ha dato la giusta importanza alla narrazione.
Si, poi alla fine volevo che, chiudendo il libro, il lettore pensasse che quello potesse essere l'unico titolo possibile.

Augusto D.B., sorge spontaneo, esiste davvero?
Augusto...eh...diciamo che conosco uno che gli somiglia molto.
E poi, coincidenza, il cognome di mia nonna è Di Bartolomeo.
Poi, sempre quello che conosco...pure lui viene dal Venezuela, da una famiglia di emigranti.
Me sa che hanno la stessa casa anche e pure lui ha salvato un pettirosso.
Non sarà che oltre alla coincidenza, con Augusto tu condivida anche la stessa storia?
(Sono curiosa e un po' impicciona, lo so)
Diciamo che il tipo che conosco non si stupirebbe se qualcuno bussasse alla porta per dire "ciao, sono tua figlia".

Questo "tipo che conosco" rimarrà anonimo e la mia curiosità si sta dirigendo quatta quatta in un angolino.
Tipo piuttosto orso.
Altri indizi?
Il mio conoscente si fa fare le camicie a Carsoli, ha una governante rumena e una segretaria quasi sorella.
Insegna, ha un amico avvocato di nome Nicola ed un passato nell'esercito e forse in altro, non lo so.
Boh...che altro? Ah si...ha l'età di Augusto e fa il piacione come lui.

Io in testa continuo ad avere il volto che mi sono creata di Augusto D.B..
E com'è? Perché io i volti non li descrivo mai apposta, mi interessano le personalità e non i volti.
Questa è una caratteristica che ho apprezzato tantissimo.
Non so perché, ma Augusto D.B. cambia volto in base alle scene descritte.
Quando si è parlato del suo passato, specie nell'esercito, ho visto la fototessera sbiadita di mio nonno, con il suo sorriso giovane, davanti agli occhi.
Quando discuteva con Rodica immaginavo un volto segnato dal tempo, con le rughe di un sorriso che fatica ad uscire.
Quando veniva descritto con il cappellino mi si è parata davanti, a contrasto, una delle tue foto postate.
Augusto è un po' tutti e al contempo nessuno, ai miei occhi.
Esattamente la cosa che volevo e le hai azzeccate tutte.
La migliore rimane con il cappellino e la barba incolta, mancavano solo gli occhiali da sole!
Ti manca quando ha la barba...ah ecco, stavamo scrivendo la stessa cosa!

Nonno però non riesco proprio a vederlo, sai?
Manco io, c***o.
Come lui, che non riesce a farcisi chiamare!
Però aveva un senso quella costruzione, che forse non è immediata.
Il senso è che la vita di dà sempre una seconda opportunità per non fare gli stessi errori e, se hai imparato da questi, sai come devi affrontare la tua seconda opportunità.
Per questo il finale è un po' Harmony, in realtà è molto più cinico di come appare.
Qui c'era un po' di Padre Mariano.
Lui e Carlos sono i miei preferiti.
Carlos mi è piaciuto un sacco, specie quando porta da mangiare ad Augusto e lo chiama "ottimista".
La morale la dà proprio Padre Mariano con la metafora del bivio.
E si, ammetto, "ottimista" piace anche a me.
Volevo fare due cose in questo libro: dire del Venezuela, parlare di come la vita dispone, ma che certi risultati sono il frutto delle nostre scelte e di come male e bene spesso si confondono.
Padre Mariano salva bambini e donne, con soldi sporchi.

Poi una cosa, Augusto non usa la Glock, ma non avrebbe esitato a farlo per necessità.
E la getta nelle acque prima di arrivare davvero in Colombia, a pochi passi dal confine. Quel gesto non è passato inosservato.
Come aveva detto Carlos, "non prima e non dopo".
Nella mia testa voleva significare che quando ci si mette in gioco, non per se stessi, tutto va considerato possibile e la ragione può essere liberata solo quando l'ultimo a cui tieni è in salvo.
E la protezione verso Mila, specie nella traversata lungo la catena montuosa.
In quell'abbraccio c'è l'intero loro percorso.
Lì diventano padre e figlia. 
C'è una cosa poi, lui getta il test del DNA senza leggerlo, non gli serve più.
Ecco, te lo stavo scrivendo!
Ahah, so che molti perderanno quel passaggio, ma il libro è in quel gesto.
Pure la liaison con la Marini doveva avere un epilogo di quel tipo, sennò se incasinava de brutto.
Giusto finale, sanno ciò che poteva essere e che non sarà.
Lei è una tostissima.
Lei di brutto, mi piace un sacco come anticipa le mosse di Augusto.
Si, ma lui aveva capito che Anna fosse dei Servizi, già al Consolato o forse alla Farnesina.
Anche Augusto aveva "frequentato" l'ambiente e sapeva le regole.
Non era un caso che nessuno alla Farnesina conoscesse la Marini e che lei fosse sempre dove doveva essere.
Non ha letto la mail perché ne conosceva già il contenuto.
In realtà, chi si occupa di recuperare italiani in difficoltà, sono gli agenti dei Servizi.

Chi mi è rimasto nel cuore più di tutti è Elisandro con il suo carretto poi abbandonato.
Avrei voluto camminare al suo fianco e sapere di più su di lui...
"La dignità non è nel tuo carretto, ma dentro di te."
Il carretto è una metafora dei pesi materiali che ci portiamo, li trasciniamo senza vedere la cosa più importante.
C'è un legame tra lui ed Augusto, qualcosa di inspiegabile.
Augusto lo aiuta, perché anche lui si porta dietro un peso inutile.
Elisandro lascia la sua famiglia per aiutare Augusto e lì aveva già gettato il carretto.

A me viene freddo a rileggere la salita sulle Ande.
Vabbè, forse sei la prima con cui parlo di certi particolari.
La salita sulle Ande è stata forse la scena con più impatto, dopo le aggressioni perpetrate a Mila all'INOF e l'attesa della chiusura delle sbarre, preceduta dal suono dell'allarme e dopo la bambina della parrocchia, che continua a non usare le scarpe.
Beh, a me anche la scena a Petare mi mette i brividi.
Sono entrato a Petare molti anni fa.
L'entrata soprattutto e, senza dubbio, la mamma di Carlos e Izarra.
Si, volevo dire che anche un criminale ha una madre in pena per lui.
Petare, dal vivo, è come nel tuo libro o più dura come realtà?
Quando ci sono stato, ero "accompagnato"...è un posto assurdo dove coesiste il bene e il male.
Però il Venezuela è bellissimo.

Comunque Augusto so io.
Colpo di scena!
Pure la stessa marca de sigari.
Io quando scrivo saccheggio sempre la mia vita e la mia tabaccaia, nel libro, sta proprio in quella via!
Jelena si chiamava Marija, ma...è viva.
Sorge spontaneo, il finale Harmony tra te e Marija c'è stato?
No, è come nel libro.
Tranne che non è morta. 
Mila invece?
Mila non esiste...forse.
Ho la sensazione che, prima o poi, succeda qualcosa di simile.
Nel caso avrai una lettrice pronta a leggere quello che sarà, se mai sarà!

Allora, se ti è piaciuto questo, c'è anche "Il pirata col pulcino nel taschino".
Quello per me è anche meglio.
E' duro, al limite. Pensa che dopo non ho scritto niente per quattro anni.
Blocco dello scrittore o ben altro sotto?
Altro. Quel libro mi ha ucciso.
Se lo leggerai, capirai e dopo mi farai domande a raffica!
Hai già individuato il tipo di lettrice assillante che sono!
No, dai. Io sono contento.
Perché a me di vendere libri non me ne f***e na mazza.
Il primo, "La gabbia di seta”, l'ho pubblicato senza neanche rileggerlo...copertina a c***o, gettato lì e ha venduto 13.000 copie in self.
Questo è un libro erotico, che poi scopri essere un'altra cosa. Una trappola. 
Lì mi sono divertito, un'enorme trappola.
In totale ne hai scritti tre o ce ne sono altri?
Tre, ma ne ho una decina nel cassetto, solo che li tiro fuori quando mi gira, pure mai.
E i personaggi non vengono a bussare fastidiosamente?
E' meglio se non lo fanno, so tutti mezzi stronzi.
Uomini e donne, gente imperfetta, né santi né diavoli. Gente, appunto.
Nella gabbia dico cose che pensano tutti e nessuno osa ammettere.
Ma poi, in fondo, io parlo anche di amore. C'è ovunque.
Questo mi è piaciuto tanto, specie anche la sorta di finale romantico per Augusto e la Marini.
La Marini io la amo.
Vabbè quello è come me...mortacci sua!
Beh, la descrizione di Augusto diventa quindi piuttosto modesta.
E so modesto sa'...

Uh, ancora una cosa.
Agnes.
Agnes. O sapevo che lo chiedevi! Pensavo di averla scampata.
E invece!
Diciamo che è vero che Stanika (si chiama così) mi scaccia le zuoccole.
Agnes non è tanto immaginaria, ma continuo a vivere con una zotica rumena.
E' che quella costruzione di vita è impegnativa.
A volte mi pento di trattare male chi non lo merita. E forse ho trattato in quel modo una persona che non lo meritava, ma l'ho fatto per lei, forse perché volevo che trovasse uno della sua età o magari per vigliaccheria, oppure per egoismo.
Era a lei che pensavo quando la mandavo via. Deve trovare un uomo diverso da amare, le passerà.
Se ami, lascia libero chi ami.
Può essere.
Per chi tifavi tu? Marini o Agnes?
Agnes.
Ha vinto lei, ha sbancato proprio.
Quelli come Augusto fanno girare la testa. Succede. Ti potrà succedere nella vita, quando ti capiterà...riavvita la testa sul collo.
L'amore dura un tot tempo e poi finisce. 
Non lasciare a te stessa la delusione di qualcosa che già sai finirà.

L'effetto migliore di un libro è un consiglio riservato e Augusto D.B., ehm, volevo dire Giordano A. Ricci, mi ha fatto proprio un bel regalo.



Al prossimo post! 

2017-07-02

Intervista a...CHIARA CUOMO

...CHIACCHIERE LIBROSE IN COMPAGNIA DI CHIARA CUOMO...
 
 
Ciao adorati amanti dei libri e bentornati nel mio blog!
Come è iniziato il vostro mese di luglio? Spero bene.
Il mio non avrebbe potuto avere miglior inizio: finalmente le oltre centocinquanta ore di stage sono giunte al termine e sono ufficialmente iniziate le mie vacanze estive, questo vuol dire "letture, letture e ancora letture"!
Per augurarvi un buon luglio oggi sono qui con una sorpresina...
 
    
    Sono lieta di poter condividere con voi
  l'intervista fatta a Chiara Cuomo, scrittrice
    del romanzo Incontrami a metà strada"
                  (recensione qui)!
 
 
 



Ci tenevo davvero tanto a scambiare quattro chiacchiere con la scrittrice del libro che mi ha rubata il cuore. Le quattro chiacchiere, da buona chiacchierona, sono divenute molte di più e questo è quello che io e Chiara Cuomo ne abbiamo ottenuto.
Buona lettura!
 
Ciao Chiara, grazie per aver accettato di farti intervistare per Lamiavitasonoilibri.
Iniziamo con alcune domande generali:
1. Quando hai scritto, per la prima volta, qualcosa di tuo?
Credo di aver iniziato a scrivere alle scuole superiori ma più che altro scrivevo piccoli racconti e tante, tante canzoni!

2. Da cosa nascono le tue passioni per la lettura e per la scrittura?
Ritengo che le due passioni siano direttamente collegate.
Fin da piccola ho sempre amato immedesimarmi nei protagonisti dei libri che sceglievo di leggere. Lo trovavo un modo per far volare libera la mia mente.
E questa è la chiave della mia scrittura: riuscire a riprodurre su carta quello che la mente, unita alle emozioni e alle sensazioni, mi suggerisce.
 
3. Perché hai deciso di iniziare a scrivere?
Ho iniziato a scrivere perché l’ho sempre creduto un mezzo per dare vita alle emozioni.
 
4. In che situazione, in quale luogo e in che parte della giornata ami scrivere i tuoi libri, generalmente?
Non ho una situazione, luogo o specifica parte della giornata in cui amo scrivere di più.
Il mio block notes è pronto in qualsiasi momento.
Non sai mai quando ti possa venire la giusta ispirazione.
 
5. Quando scrivi ti preoccupi del giudizio delle altre persone o questo rappresenta un problema secondario?
Mai preoccuparsi del giudizio degli altri. Nella scrittura e nella vita.
 
6. Quando scrivi ti concentri sulla fluidità del testo o questa caratteristica può passare in secondo piano, rispetto all’impatto che devono avere le parole?
Le parole sono fondamentali.
La parola giusta al momento giusto può cambiare l’interno significato di quanto scritto. Può farti vedere tutto sotto una luce differente.
Ovviamente però, questo non sarebbe possibile con un testo scritto “a spizzichi e bocconi”. Tutto deve avere una propria fluidità.
Il lettore deve riuscire a finire l’intero capitolo senza doversi fermare ogni dieci righe perché ha perso il filo del discorso.
 
7. Utilizzi trucchetti personali per far risaltare alcune frasi o invece tendi a uniformare lo scritto, affinché sia una narrazione lineare e scorrevole?
Certamente alcune frasi devono poter spiccare all’interno di un discorso quindi sì, capita di utilizzare piccoli stratagemmi per metterle in mostra!
 
8. Hai qualche consiglio da dare a tutte quelle persone che, come te, hanno qualcosa da raccontare, da dire e da trasmettere?
"Non abbiate paura di esporvi. Sia che siate amanti della scrittura, del ballo o del disegno…trovate il vostro modo per raccontarvi."
 
E ora parliamo del tuo primo romanzo, "Incontrami a metà strada" (recensione qui):
1. La prima domanda che sorge spontanea è: c’è dell’autobiografico nel tuo libro?
Indubbiamente quando una persona scrive, riporta del vissuto nella propria opera. In “Incontrami a metà strada” ho cercato di far rivivere al lettore sensazioni ed emozioni che io in prima persona ho vissuto mescolandole a quello che la fantasia mi suggeriva in quel preciso momento.
 
2. Quanto hanno influito il tuo vissuto e la tua vita nella scrittura di questo romanzo?
Diciamo che è un 50/50. “Incontrami a metà strada” è un mix tra il mio vissuto e la mia fantasia.
 
3. Cosa ti ha dato l’ispirazione per la scrittura de “Incontrami a metà strada”?
Cosa mi ha dato l’ispirazione?
Stavo facendo una passeggiata quando ho visto una coppia di giovani ragazzi che si sbracciavano per farsi vedere l’uno dall’altro. Lei era all’inizio della via mentre lui era alla fine.
Hanno iniziato a corrersi incontro e, per ironia della sorte, si sono trovati a metà strada.
Questo succedeva circa due anni fa. Ho “parcheggiato” l’idea in un cassetto fino a che qualche mese dopo non ho ripercorso la stessa strada. Da qui è nato tutto.
 
4. Quando ti è sorta l’idea di questa storia?
Come ti dicevo, ripercorrendo quella strada mi è tornato in mente quel foglio che avevo accantonato due anni fa. Ritrovandolo ho letto le uniche parole che avevo scritto: “incontrami a metà strada”. Il libro è cresciuto intorno al titolo.
 
5. Perché proprio una storia d’amore e non altro?
Perché sono un’inguaribile romantica! Non potrei mai scrivere altro!
 
6. Per dare vita ai personaggi del tuo libro ti sei riferita a qualcuno o è tutto frutto della tua fantasia?
Per alcuni personaggi mi sono ispirata a persone che fanno o hanno fatto parte della mia vita. Altri sono solo frutto della fantasia.
 
7. Se i personaggi sono ispirati alla realtà, a chi ti sei ispirata e perché?
Non ti svelerò a chi mi sono ispirata e perché! Ti posso solo dire che Jade, la collega di Amalia, è l’esatta copia di una mia amica/collega con la quale ho lavorato per molti anni. Pettegola proprio come lei!
 
8. Se i personaggi sono fantastici, come dai vita a qualcuno che sostanzialmente non esiste?
Per quanto mi riguarda prendo piccoli pezzi della fisicità e del carattere di persone che realmente conosco e cerco di amalgamarli insieme così da creare un personaggio unico nel suo  genere.
 
9. Ogni singolo personaggio all’interno della narrazione credo sia una parte di te, quanta e quale parte?
Come ti dicevo, trovo difficile credere che uno scrittore si estranei del tutto dai personaggi che sta raccontando. Poco o tanto c’è sempre qualcosa che li lega. In “Incontrami a metà strada” c’è tanto del mio vissuto, ci sono i miei sogni e le mie aspirazioni. Ho cercato di modellare ogni singolo personaggio in modo che alla fine, chi più e chi meno, fossero tutti una parte di me.
10. Cosa tiene legati fra di loro i vari personaggi?
Credo che il filo conduttore di questo libro sia la volontà. Tutti i personaggi si mettono in gioco perché vogliono ottenere qualcosa. Amelia vuole riconquistare la fiducia in se stessa e negli altri. Lea vuole che la sua migliore amica la consideri sempre un porto sicuro. Nathan vuole togliersi di dosso una nomea che non gli appartiene…


11. Ambientazione e narrazione sono strettamente legati? Perché proprio Milano e Londra?
Certamente. Se il lettore può visualizzare con chiarezza l’ambientazione, metà del lavoro è già fatto.
Perché Milano e Londra? Questa è facile!
Milano perché è la mia città.
Londra perché in questo periodo mi sta ospitando.


12. C’è un collegamento particolare tra te ed Amelia, la protagonista di questo romanzo? Quale?
Io e Amelia siamo molto simili. Io, come lei, ho sempre avuto un po’ paura di osare. Come lei ho passato tanto tempo a credere che non fossi abbastanza per fare questa o quella cosa.
Ma per fortuna, come per lei, le cose possono cambiare. Basta volerlo.


13. Parliamo di Nathan Welsh, l’uomo che tutte noi donne desideriamo incontrare nella nostra vita: si rifà a qualcuno o è totalmente inventato? Cosa ti ha dato l’ispirazione per la sua creazione?
Nathan Welsh! Credo che nella storia sia il personaggio riuscito meglio. Tormentato, complicato, incredibilmente bello… Anche lui è un ibrido! Nathan è l’insieme di alcune caratteristiche prese in prestito da persone che realmente fanno parte della mia vita e da alcune create dalla mia mente su misura per lui. Se parliamo dell’aspetto fisico ho descritto dettagliatamente una persona reale (non chiedermi chi perché tanto non te lo dico!). Per il carattere ho fatto un bel “minestrone”!


14. Parliamo di Lea, la migliore amica che tutti vorremmo avere nella nostra vita: è una delle colonne portanti dell’intera vicenda e per la riuscita di essa? E’ frutto della tua immaginazione oppure assomiglia a qualcuno per te importante?
Lea è l’amica con la A maiuscola. Tutti noi dovremmo avere una persona così nella nostra vita. La sua presenza è fondamentale per la riuscita della storia. Amelia non sarebbe la persona che è diventata senza Lea al suo fianco.
Per il suo personaggio mi sono ispirata ad una mia amica. E’ stata la colonna portante dei miei giorni per molto tempo. Poi la vita ci ha cambiate e ci ha fatto prendere strade diverse. Però si, i ricordi sono indelebili e ho pensato che tatuarli su carta li avrebbe tenuti al sicuro.


15. Parliamo di Amelia. Risposta libera, puoi dirmi ciò che lei significa per te o qualsiasi cosa tu voglia condividere di lei con noi lettori.
Credo che in ognuna di noi ci sia una piccola Amelia. Non posso e non voglio credere che tutte le ragazze di questo mondo si sentano sempre sicure ed invincibili. Posso scommettere quello che vuoi che, almeno una volta, tutte noi ci siamo sentite vulnerabili ed insicure come lei. Sai cosa, più di tutto, mi piace di Amelia? Il coraggio. Coraggio nel ricominciare. Coraggio nel non arrendersi davanti alle difficoltà. Avrebbe avuto mille motivi per i quali perdere la fiducia in se stessa e negli altri. In effetti, per un po’ di tempo, l’ha anche fatto. Però poi si è rialzata. Si è guardata allo specchio e l’immagine che ha visto riflessa l’ha portata ad andare avanti e a desiderare il meglio per lei e per le persone a lei care. Se non è coraggio questo!


16. Parliamo di Teo ed Allison, i principali antagonisti di questa fantastica love story. Come mai questa scelta di inserire questi due enigmatici personaggi all’interno della vicenda?
Teo ed Allison sono forse gli unici due personaggi che ho davvero avuto difficoltà a descrivere. Non volevo che fossero né troppo antipatici e nemmeno troppo scontati. Non riuscivo a trovare il giusto modo per descrivere loro e le conseguenze delle loro azioni. C’è stato un momento cui ho pensato: “Ok, niente antagonisti”. Poi mi sono fermata un istante e ho spulciato nei cassetti della memoria e… bingo! Un Teo ed una Allison in carne ed ossa. Da qui è stata una passeggiata!


17. Muoio dalla voglia di sapere di più per quanto riguarda quella sottospecie di uomo di Teo e dell’argomento post-it verde. Illuminaci. (Non dirmi che ti è capitato in prima persona di essere lasciata con un foglietto o simili, te ne prego).
Sapevo che prima o poi qualcuno me lo avrebbe chiesto! No, a me non è successo che mi lasciassero con un post-it verde… mi sono fatta bastare un sms! Scherzi a parte, quello del post-it è stato solo un espediente per poter trattare l’argomento “uomo senza palle”. Ho vissuto le lacrime e lo sgomento di tante amiche lasciate con e-mail, bigliettini sul parabrezza della macchina, messaggi in segreteria. No dico, ma cosa c’è di sbagliato in voi?! Probabilmente non lo capirò mai.


18. Come mai la decisione di una vita complicata e di un segreto da custodire di Nathan?
Perché no?! Sono sicura che se avessi descritto Nathan come un ragazzo senza macchia e senza peccato, non avrebbe certo ottenuto tutto questo successo! In fondo noi donne siamo così. Siamo sempre un po’ attratte dal “bello e dannato”. A maggior ragione se poi, grattando la superficie, scopriamo essere una persona fantastica.

19. Da romanticona quale sono non posso non chiedere: la storia d’amore di Amelia e Nathan rispecchia a tratti la tua relazione (ebbene si, ho stalkerato i tuoi profili e sono piuttosto informata, ahah)?
Beh, sicuramente qualcosa della mia storia c’è in questo libro. Durante la stesura ho cercato di scindere le due cose il più possibile ma, inevitabilmente, qualche cosa è sfuggita al mio controllo. Penso sia inevitabile. Però no, la mia relazione è molto diversa dalla loro!

20. Ogni singolo personaggio è stato fondamentale per la riuscita de “Incontrami a metà strada”. Esattamente, che ruolo ha ciascuno di loro?
Ritengo che tutti i personaggi siano protagonisti in egual misura. Nessuno di loro potrebbe esistere se non ci fossero gli altri. Ad esempio, Amelia non sarebbe la persona che è se non avesse Lea al suo fianco, se non fosse stata lasciata da Teo in quel modo e se non avesse incontrato Nathan. Mi piace immaginarli tutti legati da un sottile filo che muove la storia e ne delinea i contorni.

21. Hai in progetto di scrivere un sequel de “Incontrami a metà strada” e/o di scrivere altri libri?
Assolutamente sì. Il sequel è già in cantiere. Amelia e Nathan hanno ancora molto da raccontarci.

22. La tua frase preferita all’interno del libro? La tua scena preferita? Il tuo personaggio preferito?
La mia frase preferita all’interno del libro? In realtà è un pensiero di Amelia. Dice: “So che questa connessione tra me e lui potrebbe potenzialmente essere fatale per il mio cuore, per la mia anima. Ma non posso farci niente”. Credo che esprima appieno l’anima di questa giovane ragazza.
La mia scena preferita all’interno del libro? Non credo di poterne scegliere una. Per me, hanno tutte un grande significato. Però se vogliamo prescindere dal lato intenso di “Incontrami a metà strada”, ti posso dire che l’incidente con l’innaffiatoio è uno di quelli che difficilmente si dimentica!
Il mio personaggio preferito? Das, senza ombra di dubbio!!

23. Se fossi una lettrice del tuo romanzo, tiferesti per Teo o per Nathan? Perché? Tiferesti per Allison o per Amelia? Perché?
Ma non puoi farmi questa domanda! Ovviamente tiferei per Amelia e Nathan! L’amore che vince su tutto.

24. Progetti futuri? Sogni nel cassetto che prevedi di realizzare a breve?
Per ora mi sto concentrando sulla stesura del sequel e poi chissà, magari incontrerò nuove persone che mi ispireranno per scrivere nuove storie. Sogni nel cassetto? Tanti, troppi per poterli realizzare tutti. Un passo alla volta, forse.

Vi ricordo che "Incontrami a metà strada" è ora acquistabile online in versione cartacea e digitale.
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